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BIAVATI E IL METODO 3M
(di Martina Laudati)
Ciò che spesso contraddistingue un’azienda di successo da un’altra è il metodo di lavoro utilizzato per raggiungere gli obiettivi. «Abbiamo consolidato e costruito con il tempo e l’esperienza la nostra metodologia condivisa con tutto il team del nostro laboratorio – spiega Enrico Biavati. Esperienza, talento, cura dei particolari e precisione sono al servizio di questo modus operandi, che abbiamo chiamato Metodo Biavati delle 3M».
E cosa significa il metodo 3M?
«Il metodo 3M ha 3 caratteristiche: materiale di qualità e cioè la ricerca del miglior neoprene, filo e colla; misurazione calibrata, che viene presa con professionalità e attenzione per arrivare a vestire il subacqueo come fosse una seconda pelle; micro mondo esperienzialedi chi indosserà la muta.«Il nostro laboratorio è sempre alla ricerca dei materiali più performanti e dello sviluppo taglia più adatto al singolo pescatore – continua a raccontare Biavati -. L’ottima qualità del neoprene giapponese, del filato tedesco e della colla italiana garantiscono la qualità del prodotto. La cura del taglio sartoriale completa e garantisce l’eccellenza della muta desiderata. Questo aspetto è anche quello nato per primo nella storia di Biavati, perché è quello su cui ci siamo spesi subito per rendere le nostre creazioni davvero adatte a tutte le splendide occasioni che un subacqueo può vivere.«Lo sviluppo taglia che asseconda le forme del pescatore, o del subacqueo, rende la muta un mezzo perfetto per trascorrere al meglio il tempo sott’acqua. Con una presa misure calibrata e la nostra esperienza artigianalenel taglio, nelle cuciture e nell’incollare il capo, la prestazione in acqua diventa sempre più soddisfacente. Indossare una muta Biavati sarà come avere una seconda pelle.
―Ma cosa intendi, invece, per micro mondo esperienziale?
«Le nostre mute artigianali non hanno successo per l’utilizzo di un semplice algoritmo, un’operazione matematica che vede le persone che indosseranno la muta come un insieme di numeri e caratteristiche fisiche – ribadisce -. Davanti a noi c’è tutto un mondo di variabili conoscitive fatte dalle vostre esperienze. Dietro ogni capo non c’è solo un corpo con delle misure specifiche, c’è una persona, una passione con delle precise aspettative, sogni e peculiarità. Ecco perchè per me e il mio team è prioritario intervistare e metterci in ascolto profondo davanti a un cliente e prestare un’assistenza quasi maniacale. Dobbiamo capire il suo micro-mondo esperienziale! Quali sono le sue abitudini, quanto tempo passa sott’acqua, da dove inizia la sua battuta, qual è la sua quota operativa e la temperatura dei mari che frequenta abitualmente e quali sono le sue aspirazioni. Se poi non dovesse avere esperienza, ascolteremo i suoi sogni e consiglieremo la muta giusta per poterli realizzare!».