Test e Presentazioni
C4: maschera Falcon – Chi l’ha detto che va bene solo in profondità!
Le nostre prove
di Jack Cubeddu
A un primo sguardo ricorda quei modelli da apnea pura, con il volume super ridotto e la visibilità… anche. Ma ci sbagliavamo. Testata infatti in una giornata di schiuma e risacca, in pochi metri d’acqua, ci ha stupiti per la luminosità e per l’ampiezza del campo visivo in rapporto alle dimensioni d’insieme
Siamo a inizio ottobre e durante una telefonata con Marco Ciceri vengo a sapere dell’imminente uscita di una nuova maschera di C4, un prodotto che presenterà peculiarità interessanti per l’apnea pura ma anche per la pesca. Uso da un po’ di tempo la Plasma, con cui mi trovo davvero bene e sono dunque curioso di provarla.
Così, dopo qualche settimana, ecco arrivare il pacco con la Falcon. Subito vengo colpito dalla confezione in tessuto, ben sigillata attraverso una zip, utile sia per le il trasporto della maschera nei viaggi, ma anche per custodirla al meglio all’interno del borsone. Un’opzione proposta solo sui modelli mimetici Firestone e Pirate.
Un primo colpo d’occhio alla nuova Falcon ed è amore a prima vista. Il mimetismo estremo (ho ricevuto la Firestone) propone una base nera con macchie a gocce e schizzi rossi, un tocco aggressivo e giovanile, completato da un design curato, non solo dal punto di vista estetico, ma anche per quanto riguarda l’idrodinamicità in acqua.
Il telaio è fuso con le lenti e, come per la Plasma, non ga parti rigide, se non nelle plastiche dei giunti cardanici, che servono a regolare il cinghiolo.
Una prima vestizione a secco e la maschera si appiccica incredibilmente al viso. E mi viene subito in mente quanto mi raccontava Marco al telefono riguardante l’incredibile volume interno che, permette di compensarla con uno sforzo minimo o, addirittura, senza fare nulla fino a 20 metri.
Il volume ridotto sacrifica un po’ il campo visivo complessivo, ma non troppo. Infatti, siamo a livelli comunque ottimali nella porzione che nella lente viene definita come “area di concentrazione”.
La parte del telaio che ospita il naso è composto da una gomma incredibilmente morbida e sensibile, che permette con facilità di raggiungere e pinzare le narici.
Il tour “a secco” si conclude analizzando i giunti cardanici, che sono rinforzati e fusi nel telaio, seguiti da un cinghiolo in silicone anatomico che parte sottile, aumentando la sua larghezza nella parte che appoggia alla nuca, agevolando così la presa e migliorando la stabilità.
La Nuova Falcon C4 viene proposta al pubblico nel modello base, Nera,Bianco e Argento a 45€, e nei due modelli mimetici Firestone & Pirate a 55€.
In mare
Sarebbe scontato portare una maschera progettata per l’apnea pura a effettuare un test basato su tuffi fondi: i punti a favore verrebbero facilmente esaltati. Decido così di testare la Falcon in una giornata in basso e medio fondo, dove il suo volume ridotto, in aggiunta alla mia compensazione hands free, dovrebbe permettere di non sentir mai l’esigenza di insufflare aria in discesa e dove la limitazione del campo visivo, seppur minima, potrebbe ostacolarmi la visione dell’arrivo di prede tra il moto ondoso.
E’ una tiepida giornata autunnale, il mare è in aumento e sono seduto sulla battigia, pronto a ultimare la vestizione e a entrare nel mio mondo. La Falcon calza perfettamente sul mio viso, senza creare i classici fastidi dati da telai rigidi e siliconi poco elastici, che solitamente non permettono al facciale di adattarsi alle caratteristiche di chi la indossa.
Dedicherò qualche ora sulla batimetrica dei 15, 20 metri per poi rientrare nel bassofondo. Inizio con una serie di tuffi di adattamento. Poco movimento in giro, ma gli sparuti saraghi che si avvicinano vengono prontamente avvistati, permettendomi un efficace allineamento dell’arma. La “piatta” del medio fondale e il crescere del moto ondoso mi invogliano ad abbandonare la fascia dei 20 metri. Palcoscenico in cui la maschera, come da copione, ha garantito una compensazione tale da non richiederne successive e dove il campo visivo è risultato ampiamente sufficiente alo scopo. Ma sarà lo stesso nel frenetico bassofondo?
I primi agguati costieri sono seguiti da un continuo via vai di cefali. Sono molto nervosi e non lasciano alcuna possibilità di sparo, cercando riparo tra le grosse onde di maestrale.
La risposta a tanta frenesia arriva pochi minuti dopo. Insistendo nella cala dove i pesci sembrano quasi impazziti, imposto un agguato poco sotto il punto in cui frange l’onda. La schiuma infastidisce la vista, ma la nuova Falcon mantiene un’ottima tenuta sul viso, anche quando le onde colpiscono direttamente il telaio. Pochi metri di agguato tra il bianco ed ecco materializzarsi una sagoma nera. Come un razzo, un grosso serra mi punta deciso e in una frazione di secondo riesco a notare il suo avanzare e prontamente allineare l’arma.
Il colpo arriva a segno, poco dietro la branchia, con il pesce che sfoga la sua potenza di fuga sul mulinello. Posto fine alle sue sofferenze, raggiungo, con i due saraghi, quel che basta per coronare la giornata e ultimare il test della nuova Falcon.
Dopo quasi cinque ore d’acqua non avverto alcun fastidio al viso, grazie anche al silicone molto morbido, che non stanca e non segna. La compensazione risulta indubbiamente facilitata dal volume ridotto, ma nonostante ciò mantiene un campo visivo più che sufficiente a condurre con successo agguati e aspetti in mezzo a schiuma e risacca. E questo non era per nulla scontato!
Qualche numero
Larghezza: 137 mm
Altezza: 100 mm
Volume interno: 95 cm3
Area lenti: 36 cm2
Lo sapevi che…
Daniel Roettgermann, apneista svizzero del Kaluna Freediving, dopo un percorso di studio e allenamento sulla compensazione affiancato da Andrea Zuccari, ha portato un prototipo della Falcon negli abissi? E’ successo durante la Swiss Deepdiving Week 2020 a ottobre, al centro FreedivingWorld in Egitto, dove Daniel ha sfidato più volte l’abisso, raggiungendo l’incredibile quota di 133 metri nel no limits con la maschera.
Ai Voti!
Ergonomia 8
Nonostante si sia cercato di ridurre al minimo sindacabile i volumi, la maschera ha una vestibilità piacevole, che non stanca nè segna il viso. Il giunto cardanico permette, attraverso il cinghiolo, una regolazione precissima
Volume interno 10
E’ indubbiamente il cavallo di battaglia della Falcon. Il suo volume interno è studiato e strutturato per migliorare la compensazione, senza trascurare il confort, nè creare il minimo fastidio nell’utilizzo
Livello di costruzione 9
Il processo di costruzione monostrutturale permette alla Falcon di essere un pezzo unico, un pezzo ben studiato e seguito nei minimi particolari. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalla morbidezza del silicone utilizzato nella parte nel naso, che migliora il raggiungimento dello stesso per facilitare la compensazione
Campo visivo 7
Come ovvio, è la parte che ha sofferto di più di questa riduzione degli spazi. Nonostante ciò, la maschera, perfetta per l’apnea, si presta benissimo per la pesca profonda e, cosa più sorprendente, si destreggia egregiamente anche nel bassofondo
Design 10
Moderno e curatissimo, che va al di là del semplice fattore estetico. Il tutto è infatti finalizzato a una migliore idrodinamicità in acqua, evitando le tensioni tipiche dei tuffi profondi. Ottiene un ulteriore plus in virtù dell’estetica accattivante, con i due modelli Firestone e Pirate
Il facciale
La costruzione mono-strutturale con spessori variabili della nuova Falcon ha dato vita a un facciale avvolgente, morbido e che ben si adatta al viso. Un bordo interno rifinito e strutturato, anche nella parte inferiore, aumenta e migliora le caratteristiche di tenuta all’acqua.
Il telaio
Non presenta alcuna parte rigida ed è proprio grazie a questa sua peculiarità che la maschera risulta comoda e leggera, ma allo stesso tempo estremamente resistente a possibili rotture o “cotture”, classiche dei componenti plastici.
Le lenti
Di forma poliedrica irregolare, sono costruite in vetro temperato ultra chiaro da 3mm.
Cinghiolo
Anatomico in silicone, parte dal giunto cardanico, unica parte in plastica, con una forma sottile che mano a mano aumenta nella parte che appoggia nella nuca, migliorando la tenuta e la stabilità sul viso.
Top
Una maschera nata per agevolare la compensazione, utile all’esperto profondista ma anche all’esigente neofita
Flop
Non risulterà sicuramente una prima scelta dei bassofondisti più accaniti, che preferiscono ampi volumi e larghe “vetrate”.