(di Martina Laudati)
Tra un impegno e l’altro siamo riusciti a “rubare” una manciata di minuti a Simone Mingoia, il deus ex machina della rassegna iridata in Sardegna, in programma il prossimo mese di settembre, dal 16 al 20, dopo mesi di incertezze. Una macchina organizzativa complessa a causa delle problematiche legate al covid.
CHI È SIMONE MINGOIA «Pesce è la prima parola che ho imparato, dopo mamma e papà – ci racconta Simone con un sorriso -. Negli anni mi sono specializzato come istruttore di apnea e di pesca, poi è arrivata la passione per il Tiro subacqueo e l’organizzazione del Campionato Regionale e quello Italiano, oltre ad altre manifestazioni sportive. Da biologo mancato ritengo il mare la terra degli uomini liberi e per contribuire alla sua tutela ho ideato il progetto “Fishing (Plastic) For The Planet”, una mappatura dei rifiuti sui fondali proprio da parte dei pescatori. Rappresenta un punto di partenza per la pulizia dei mari».
―Simone, finalmente il Campionato è stato confermato. Raccontaci delle difficoltà e delle soddisfazioni di quest’ultimo anno di lavoro… «Di soddisfazione si potrà parlare a evento concluso, quando ogni cosa andrà come deve. Di certo, mi preme ricordare che sono 32 anni che lo aspettiamo: l’ultimo, in Italia, fu disputato nel 1989, proprio in Sardegna, a Santa Teresa, e venne vinto dal mito assoluto, Renzo Mazzarri. Già questo è un bel dato. Inoltre, mi preme ricordare che sarà il primo Campionato aperto alle donne. E questa mi sembra una grande e importante novità. Effettivamente, già nel settembre del 2019, a un anno esatto dalla prevista competizione del 2020, eravamo in piena attività per organizzare l’evento, poi saltato per i motivi che conosciamo. La pandemia ha stravolto tutto, compresa la possibilità di un lancio della competizione con tutti i crismi dell’ufficialità, che sarebbe dovuto avvenire all’Eudi Show, a Bologna, nel marzo 2020. La delusione è stata tanta, ma la comunicazione della Cmas era stata fin da subito molto chiara: l’evento era solo rinviato e si sarebbe tenuto nuovamente in Sardegna, nella stessa location da noi individuata – ad Arbatax -, esattamente un anno dopo. Ci sono stati non pochi momenti di difficoltà, più che altro di incertezza sul Tra un impegno e l’altro siamo riusciti a “rubare” una manciata di minuti a Simone Mingoia, il deus ex machina della rassegna iridata in Sardegna, in programma il prossimo mese di settembre, dal 16 al 20, dopo mesi di incertezze. Una macchina organizzativa complessa a causa delle problematiche legate al covidfuturo, ma teniamo duro e guardiamo avanti con fiducia».
―Non sei stato solo in questo periodo: presentaci il team di collaboratori che sta contribuendo all’organizzazione di questo evento. «Solo no, assolutamente. Anzitutto, la Cmas mi ha confermato la sua fiducia assegnando di nuovo a Scuola Apnea Sardegna l’organizzazione dell’edizione 2021, e non era così scontato, visto il cambiamento completo di scenario. Poi ho avuto sempre accanto la Fipsas. E ovviamente i soci, che sono la vera ossatura di Scuola Apnea Sardegna: un gruppo affiatato fatto di donne e uomini appassionati di apnea e di pesca. Persone amanti del mare e delle sue sfide. E questa del Mondiale è certamente una delle più importanti!». ―Entriamo nel merito della gara. Descrivici dove si svolgerà questo Mondiale: che tratti di costa interesserà? Quale morfologia di fondale e quali batimetriche si dovranno aspettare gli atleti? Quante nazioni ci saranno? «La pandemia ha avuto impatti diversi a latitudini diverse. Ovvio che andando fuori dall’Europa, in alcuni casi le situazioni sono più difficili. Al netto di questo, molte federazioni stanno facendo i salti mortali per superare difficoltà e restrizioni. Alcune potranno avere squadre al completo – 3 atleti più riserve – altre potranno partecipare anche con un solo rappresentate. Ma non sarà mai paragonabile a un evento pre-Covid. Quello che ho notato è che c’è tanta voglia di partecipazione, dalle Americhe all’Africa, passando per gli stati europei che hanno una tradizione di pesca in apnea».
―Organizzare un mondiale vuol dire prevedere accordi con varie strutture: per l’ospitalità, per l’ormeggio, per le fasi di briefing, pesatura e premiazione. Ci dai qualche numero? «Fin dall’inizio abbiamo lavorato per creare una rete con i vari soggetti del territorio, trovando accoglienza e un grande spirito di collaborazione da parte delle autorità locali e del tessuto imprenditoriale. È stato un punto di partenza importante per poter far partire tutta la macchina». ―Pensi che questo evento sarà in grado di dare un contributo concreto all’economia locale? «La Sardegna è una regione turistica, ma solo negli ultimi anni è riuscita a “destagionalizzare”, cioè ad allungare la stagione estiva oltre i tradizionali mesi di luglio e agosto. A detta della Federazione degli albergatori sardi, la pandemia ha annullato anni di sforzi in questo senso. Il Campionato del mondo si terrà ad Arbatax a metà settembre, esattamente nel periodo di calo fisiologico del turismo. Probabilmente, anche solo considerando le presenze in quei 4 giorni di atleti, accompagnatori, dirigenti delle federazioni, staff e dirigenti della Cmas e della Fipsas, spero si possa dare un bel contributo alla comunità, che è davvero una realtà meravigliosa. Il territorio dell’Ogliastra merita la massima valorizzazione possibile per quanto è bello e accogliente»