Test e Presentazioni
Cressi Cherokee Power 100
di Emanuele Zara
Cherokee Power 100 è l’ultimo nato in casa Cressi. Un arbalete classico, con il fusto tondo in alluminio e una configurazione “pesante”, con asta da 7 millimetri e doppio circolare da 16, indicato per andare a caccia di pesi massimi ma che ben si comporta anche nel bassofondo. Davvero geniale il sistema spear-lock: due magneti trattengono la freccia e permettono di disporre il monofilo di nylon senza che si muova o cada di lato. Per il resto, la solita “perfezione” realizzativa dell’azienda ligure
Ho ricevuto a fine febbraio un Cherokee Power 100, un’arma che ho potuto impiegare con acqua abbastanza limpida, traendone un buon giudizio complessivo, un fucile indicato per un impiego estivo o, comunque, su prede di peso per il setting “pesante”. Si distingue esteticamente dagli altri modelli della Cressi per i loghi e per accessoristica di un colore blu/azzurro che impreziosisce il nero di base e non spicca particolarmente sott’acqua. Nel dettaglio, appaiono di questa tinta le guanciole dell’impugnatura, le levette di sicura, la coppia di gomme legate Pure.
Il Cherokee Power è un arbalete a prima vista classico, strutturato in tre parti smontabili, tutti elementi di alta qualità. L’impugnatura, stampata in tecnopolimero ad alta percentuale di fibra di vetro, è dotata di una meccanica silenziata composta da leveraggi in acciaio inossidabile 316 lavorato dal pieno a Cnc, come il grilletto, lo sganciasagole, le spine di fissaggio. Il fusto tubolare è in lega di alluminio, ottenuto per estrusione, con la guida asta integrale.
La piccola testata open è munita di doppi magneti al neodimio alloggiati in una camera stagna; si tratta del sistema spear-lock by Cressi Sub, che consente di armare l’arbalete con maggiore velocità perchè trattiene l’asta. Il sistema propulsivo è affidato a un doppio circolare, il Pure, da 16 millimetri, una gomma in puro lattice con rivestimento esterno anti Uv di colore blu. L’asta in dotazione è una tahitiana da 7 millimetri lunga 130 centimetri, brunita, equipaggiata di tre pinnette forate e l’aletta lunga rovesciata. Nella sacca di plastica semi trasparente che contiene il fucile si trovano a corredo: una matassina di calamento da 1.60 e due sleeve a canna di fucile; un ammortizzatore elastico per il calamento (shock absorber); un moschettone in inox di buone dimensioni per il collegamento della sagola alla boa; un appoggio sternale corto con spina in inox; il libretto delle istruzioni multilingue.
La gamma Cherokee Power viene proposta in cinque lunghezze: 90, 100, 110, 120, 130.
All’arrivo del collo sono rimasto colpito dalla livrea giocata sulla tonalità nera di base e blu azzurra per gli accessori. Un insieme elegante, che non spicca eccessivamente in esterno e, credo, anche in acqua. Il Cherokee Power rivela un aspetto semplice, ma sin dal primo sguardo si apprezza un livello costruttivo e di assemblaggio di grande qualità. La scelta di proporre la doppia gomma da 16 e l’asta da 7 indica che questo nuovo arbalete è rivolto a un impiego prettamente estivo. L’ho testato comunque in diverse uscite in inverno e mi sono reso conto della massa d’urto che quest’arma, di lunghezza medio lunga, è in grado di esprimere.
Infatti, è da considerare a priori che un mulinello (da fucile o da braccio) è necessario per il suo ambito di utilizzo. La matassina di monofilo nero da 1.60 è stata legata all’asta con il primo sleeve a canna di fucile e il cappio chiuso sulla seconda pinnetta forata. Nella prova delle passate di nylon mi sono reso conto che il filo non era sufficiente, ne mancava uno spezzone. Ho recuperato da una bustina l’ammortizzatore elastico shock absorber e con un tratto di sagolino e questo utile accessorio sono riuscito a recuperare la cinquantina di centimetri che mancavano. In esterno, mentre regolavo il monofilo ho apprezzato la comodità del percorso del nylon. Lo sganciasagole laterale di serie, in inox, posto sulla destra del castello (ma volendo spostabile a sinistra), è sufficientemente prolungato e l’unghia trattiene le volute di sagola senza difficoltà, e grazie al fatto che lo shock absorber si allunga di qualche centimetro la tensione risulta perfetta! Poi. a lato dell’impugnatura, in linea con il termine dell’elsa, sui laterali, ci sono le alucce trattieni sagola che consentono di ordinare il filo e impedire che interferisca con l’asta e le gomme tese. Mentre in testata. oltre al ponticello in filo inox inferiore inclinato e di generosa dimensione, troviamo i dentini superiori, tutti punti di vincolo e di passaggio del sagolino assai pratici e immediati da usare.
La tahitiana brunita da 7 si innesta con precisione nella piccola scatolina di sgancio. Chi conosce la produzione degli arbalete Cressi apprezza il fatto che l’asta appoggiata in testata viene attratta immediatamente dal geniale sistema spear-lock: due magneti al neodimio, stagnati, trattengono la freccia e permettono di disporre il monofilo di nylon senza che si muova o cada di lato. In mare, la coppia di elastici circolari da 16 Pure si tende senza difficoltà, anche se si percepisce un generoso carico di accumulo: la mescola è progressiva, mai legnosa neanche all’aggancio sull’ultima pinnetta e con un grado di allungamento importante. Le ogive tessili, intercambiabili, si agganciano bene, non c’è il rischio che sfuggano o che si abradono velocemente. Essendo presenti tre ganci sulla tahitiana, è possibile modulare l’azione di armamento e ripartire lo sforzo.
Il feeling con ilte Cherokee Power 100 è immediato, un’arma facile da allestire, da usare, da “capire” nei contenuti salienti. Provo ad abbandonarla in superficie e noto che scende abbastanza lentamente, anteponendo il calcio alla testata; ci sono pochi grammi di negatività. Nel kit di serie c’è anche un moschettone in inox con girella: pesa circa 30 grammi e non mi sento di posizionarlo sul semi anello del calcio, direi che è meglio porlo sotto la boa.
Il Cherokee Power 100 garantisce un livello di brandeggio discreto, la coppia di gomme tese dà vita a un pacchetto compatto con il fusto. Spostando l’arma sul piano orizzontale, forzandola in verticale, si percepisce un leggero attrito, è meglio creare un punto di fulcro con la base del calcio e ruotare l’arma per allineare il bersaglio con maggior fluidità.
L’arma segue bene la mano anche nel bassofondo, il primo ambiente in cui lo porto a pesca. Raggiungo una baietta con grossi massi che cadono sulla sabbia; so che qui d’inverno, oltre agli onnipresenti branchi di cefali, posso arrivare le grosse spigole. Nella risacca il Cherokee Power si gestisce senza problemi, la limpidezza dell’acqua permette di usare questa lunghezza.
Sono appostato in una conca, il fucile puntato verso la costa quando all’improvviso mi sbuca davanti, dalla sinistra, leggermente di traverso, un cefalone da oltre due chili. Lo punto istintivamente, la linea di mira è pulita, eccellente. Premo il grilletto. Il tiro parte senza che la meccanica faccia troppo rumore, la contrazione del doppio circolare è veemente, la pesante aste esce con buona velocità e trapassa il bersaglio. Percepisco la botta, la tahitaina è passata da parte a parte, noto qualche squame in sospensione e il pesce tramortito sul fondo. Che legnata!
Il Cherokee Power 100 si è destreggiato alla grande in questo primo frangente. Osservo il fusto del fucile a galla, la luce del sole illumina i loghi impressi a lato, la base blu a bordi irregolari pare complichi la messa a fuoco corretta, le scritte paiono sfumate, poco percepibili.
Continuo l’azione. Incontro un altro branco di cefali, ma meno corpulenti. Ne miro uno e lo prendo a centro corpo, esattamente dove ho mirato. Il rinculo c’è, però è contenuto, la presa alta sul calcio permette di compensare l’arretramento dell’arma.
La giornata si conclude con altre due catture. La pesante tahitiana da 7 è micidiale, ma forse per pesci di dimensioni sotto il chilogrammo non è il massimo, con una massa d’urto che definirei esuberante. In ogni caso, 4 tiri e 4 centri.
Che dire? Il Cherokee Power 100 è promosso a pieni voti!
L’impugnatura
Totalmente made in Italy, ha una struttura semplice, lineare, molto curata anche sotto il profilo estetico. Il materiale è un tecnopolimero caricato vetro, in alta percentuale. La colorazione del materiale è nera opaca, ma come anticipato ci sono dettagli di colore blu/azzurro. La meccanica arretrata e minimale viene alloggiata in un contenitore composto di pareti speciali in composito e il tettuccio in acciaio inox 316. Grilletto, leveraggi, sganciasagole sono in inox lavorati dal pieno e rifinite con lucidatura nei minimi dettagli. Lo sgancio è silenziato in battuta da un inserto ammortizzatore in elastomero. Lo sganciasagole automatico è posizionabile a destra o a sinistra. Il piedino sternale e la meccanica sono fissati con spine in inox e se si rimuovono si accede a tutti i particolari. L’innesto con il fusto avviene tramite un piantaggio maschio dotato di doppio O-ring toroidale. Nel dettaglio, l’impugnatura è solidale al fusto, però nel tratto di giunzione si apprezza un manicotto cilindrico in tecnopolimero, il quale, sulla porzione inferiore, ospita il tipico sganciasagole a coccodrillo by Cressi.
Il fusto
Tubolare, è in una lega di alluminio anticorodal, la T6082 e lo si ottiene tramite un procedimento meccanico di estrusione. Misura 28 mm di diametro e nella parte superiore è presente la guida integrale scanalata. In realtà, la sezione non è del tutto cilindrica: la parte inferiore è infatti caratterizzata da una porzione piana che conferisce al fusto, con la guida integrale opposta, una notevole rigidità. Il processo di anodizzazione a spessore, di un colore nero opaco, protegge l’alluminio dall’ossidazione.
La testata
E’ fissata al fusto tramite una spina in acciaio colorata di nero. Come l’impugnatura, viene stampata in polimero caricato vetro, in alta percentuale. Si tratta di un accessorio minimalista, ma con la predisposizione per i due circolari; entrambi i tramiti sono inclinati e innalzano gli elastici in linea con l’asta. Ma la peculiarità che la caratterizza maggiormente è sicuramente il sistema spear-lock: a livello della sella scanalata, c’è una camera stagna contenente un doppio magnete al neodimio. L’asta viene trattenuta dai magneti appena si avvicina; ciò fa apprezzare, in fase di armamento, una notevole comodità e non c’è bisogno di procedere al ponticello con il monofilo per fermarla. La forza attrattiva è moderata: per dare un’idea, ruotando l’arbalete la tahitiana non si stacca, non cade. Inferiormente, la testata mostra un forellino trasversale e un gancetto passafilo inox a U, piegato in avanti: trattene bene più volute di sagola e permette il passaggio di cordini dal diametro importante.
Gli opzional
Visto che parliamo di un fucile con doppia gomma circolare da 16 e asta da 7, consiglio vivamente di montare il mulinello. Nel catalogo Cressi ci sono varie proposte. Il Fishing, oppure i Reel 20/30/50, hanno la bobina di varie capienze e si montano facilmente grazie alla predisposizione a slitta, a coda di rondine, posta sotto il manicotto tra calcio e fusto. La “base” del Cherokee Power è ottima e potrebbe essere equipaggiata con gomme e asta di diverso diametro, per venire incontro alle specifiche esigenze.
I top
Ottimi i materiale e funzionale lo spear-lock magnetico in testata per bloccare l’asta anche senza effettuare il passaggio del filo a ponticello; molto comodo, poi, lo shock absorber che permette la doppia voluta di nylon e le mantiene in tensione
I flop
Il monofilo di nylon in dotazione si può usare solo per una passata singola e non consente il doppio giro; su questa lunghezza operativa e per questo settaggio, il mulinello è necessario.
Ai voti
Tecnica di costruzione siamo costretti a ripeterci. Alta qualità dei materiali, perizia nella tecnica di stampaggio delle materie plastiche, competenza nelle lavorazioni meccaniche e negli accoppiamenti dei componenti strutturali sono il marchio di fabbrica dell’azienda 9.5.
Livello di rifinitura Ineccepibile in tutti i dettagli. La meccanica silenziata in inox, realizzata dal pieno, si conferma di ottima fattura, il fusto è robusto, la testata ospita il sistema magnetico spear-lock assai utile nell’impiego pratico 9
Assetto Leggermente negativo con l’asta da 7: scende con prevalenza del calcio rispetto alla testata. L’assetto in ogni caso è bilanciato e non penalizza la gestione in mare 7.5
Maneggevolezza Il Cherokee Power 100 si muove discretamente e si riesce a pescare anche in bassofondo senza problemi. Gli spostamenti rapidi sul piano orizzontale vanno effettuati ruotando preferibilmente il calcio come punto di fulcro per incrementare la velocità di manovra 8
Prestazioni Il fucile mostra una presa alta e al momento del tiro il rinculo viene ben assorbito. Con il doppio circolare Pure da 16 e l’asta da 7 si stirano quasi interamente due passate di nylon; notevole la riserva d’energia sulla lunga distanza 8.5
Rapporto qualità/prezzo Costa di listino 290 € euro. Nei negozi autorizzati si trova comunque scontato di una cinquantina di euro. Un arbalete robusto, ben rifinito, dalle buone prestazioni e che impiega materiali ottimi. Vale sicuramente la spesa 8.5
Scheda tecnica
Impugnatura: stampata in polimero caricato vetro, struttura ergonomica, retro calciolo e guanciole laterali in termogomma di colore blu
Meccanica di sgancio: dente, grilletto, leveraggi in acciaio inox 316 ricavati dal pieno
Sganciasagole: due; uno automatico laterale in inox, indipendente dai meccanismi di sgancio e intercambiabile dx/sx; l’altro, inferiore, a coccodrillo
Appoggio sternale: amovibile e intercambiabile con uno più corto
Fusto: tubolare in lega di alluminio anticorodal T6082 da 28 mm di diametro e con guida integrale
Testata: aperta, predisposta per il doppio elastico circolare
Gomma: doppio circolare in lattice Pure con rivestimento anti UV blu, da 16 mm e con ogive in Dyneema
Asta: tahitiana da 7 mm mono aletta rovesciata, con tre pinnette, lunga130 cm
Misure disponibili: 90, 100, 110, 120, 130