In questo periodo (siamo a fine aprile) l’argomento è uno solo. Cosa succederà dopo la quarantena? E la fantasia galoppa verso un mare che pullulerà di prede, verso acque mai così cristalline e verso una nuova consapevolezza dei privilegi che ci riserva la nostra passione. Da qui il discorso è scivolato sui fucili “di stagione”, su quelle armi lunghe e potenti adatte a insidiare i grandi padroni delle secche e delle punte che cadono nel blu
Ciao Michele, ho pensato di scriverti perché, ormai, ho quasi fuso il cellulare a furia di guardare video su YouTube. Sono moralmente pronto a qualsiasi incontro subacqueo, dal cracken al megalodonte, dal tonno al marlin, dalla goliath grouper al Re delle aringhe (scoperto proprio in questi giorni grazie all’assidua frequentazione di YouTube). Purtroppo, però, non sono equipaggiato per la caccia grossa e ho deciso che comprerò a breve un fucilone dedicato. Mi puoi dare qualche consiglio per orientarmi? Aggiungo che non sono un profondista; pesco infatti fino a 20 metri o poco più. Fino a oggi ho sempre usato un 100 con una singola coppia di gomme e un 70 ad aria di scorta, per esplorare qualche tana. [YouTuber, Monza]
Gli effetti della clausura si fanno sentire e capisco bene il tuo desiderio di dedicare del tempo alla tua passione. In primo luogo, lo ammetto, sono dovuto andare a cercare su Google che cosa fosse il Re delle aringhe, scoprendo che si tratta di un pescione serpentiforme di profondità, anche noto come regaleco o pesce remo. Mi hai colto impreparato!
Tornando alla domanda, credo sia doveroso premettere una cosa: non potrai cominciare a dedicarti alla caccia grossa da un giorno all’altro, in quanto la pesca mirata a una particolare tipologia di preda richiede tantissima esperienza e impone parecchi sacrifici. La versatilità del tuo 100 sarà solamente un sogno lontano quando imbraccerai un 115/120, espressamente configurato per insidiare esemplari di grandi dimensioni.
Premesso ciò, devo riconoscere che appartieni a una categoria che invidio molto: riesci a usare indifferentemente fucili a elastico e fucili ad aria. Questo potrà essere un grosso vantaggio per la scelta del tuo nuovo cannone. Riuscendo a mirare bene con il pneumatico, potrai valutare l’acquisto di un 115/120 che, se modificato per lavorare sottovuoto (attraverso una testata stagna), rimane uno degli strumenti indiscutibilmente più validi per la caccia grossa. Normalmente, i problemi principali riscontrabili in questo genere di arma sono due: l’istintività della messa in mira del bersaglio e la difficoltà di caricamento.
Nel tuo caso, il primo problema non si pone visto che già usi un 70 ad aria. La difficoltà di caricamento risultava, in alcuni casi, insormontabile, fino all’avvento delle testate stagne. Chi si dedicava a prede importanti teneva sempre i propri fucili a pressioni di precarica elevate: conosco amici che pompavano il proprio fucile ben oltre le 30 atmosfere e il caricamento diventava davvero problematico. Oggi, con le testate stagne, non è più necessario ricorrere a pressioni così estreme, perché il pistone (al momento dello sparo) si limita a spingere la sola asta, senza dover espellere anche l’acqua presente all’interno della canna. Questa maggiore efficienza consente di ottenere prestazioni sorprendenti anche con pressioni inferiori a 25 atmosfere.
A questi vantaggi devi aggiungere che un modello da 115, 120 ha, in configurazione di pesca, una lunghezza totale simile a quella del tuo 100 a elastico: è evidente che in termini di brandeggio e di occultabilità tale soluzione risulti estremamente interessante.
Se invece, come me, ti trovi in difficoltà a mirare i bersagli distanti con i fucili ad aria, dovrai scegliere tra arbalete tradizionali e rollergun. Le variabili da mettere in conto sono tantissime. Il tuo 100, se allestito con la doppia gomma e un’asta almeno di 6,5 millimetri, potrebbe già essere adatto allo scopo. Sicuramente non avrai le prestazioni di un 120 ad aria, ma ti consentirà di toglierti tante soddisfazioni. Per di più, l’allestimento a doppia gomma permette di ridurre la potenza di fuoco in caso di necessità, scaricando una gomma e, se serve, portando l’altra sul perno (o la tacca) avanzato, così da preservare l’integrità della punta anche nel caso si renda necessario sparare in tana.
Qualora tu sia proprio intenzionato a fare acquisti (e i luoghi che frequenti siano tali da giustificare la spesa) allora potrai scegliere un arbalete lunghissimo (un 115 o, addirittura, un 120). Su questi bestioni la scelta della doppia (o anche della tripla) gomma è quasi obbligatoria. Il caricamento di un singolo elastico tiratissimo lo trovo molto complicato viste le dimensioni dell’arma e toglie versatilità all’insieme.
Ormai, faccio parte di una minoranza che preferisce la singola coppia di gomme (o il singolo circolare) tirato al massimo, prediligendo elastici di grosso calibro (generalmente da 20). In questo modo riesco a caricare in pochi istanti. Di contro, ogni volta lo sforzo è enorme e risulta praticamente impossibile effettuare un tiro in tana. Infatti, quando la gomma è così tirata pensare di spostare l’ogiva dal perno arretrato a quello più avanzato è fortemente sconsigliabile: se l’ogiva dovesse accidentalmente sganciarsi dal perno sarebbero dolori e, comunque, la riduzione di spinta non sarebbe sufficiente.
Detto ciò, ti suggerirei di allestire il tuo nuovo (ipotetico) 115 con una coppia di gomme circolari da 14 o da 16 millimetri (tagliate per garantire un fattore di allungamento compreso tra il 300 e il 350 per cento), con asta da 6,75 o da 7 millimetri, lunga 155 centimetri.
In alternativa potresti anche scegliere di mantenere un fattore di allungamento pari al massimo della forbice indicata sopra con due circolari da 16, oppure ricorrere a tre circolari da 14 (con un fattore di allungamento prossimo al limite inferiore della forbice) e, in tal caso, montare un’asta da 7. In ogni caso dovrai scegliere un fucile sufficientemente rigido, tale da sopportare bene quei carichi.
C’è poi una seconda opzione, quella dei roller, per la quale eviterei lunghezze estreme, ponendo come limite le versioni da 105 (meglio) o al massimo da 110. In termini di brandeggio i roller non sono il massimo in quanto l’insieme dei componenti e la disposizione delle gomme determina un incremento della sezione laterale. Scegliere un 105, quindi, consente di ridurre in parte gli effetti negativi in fatto di brandeggio. Di contro, va ricordato che un 105 ben configurato ha prestazioni decisamente sorprendenti e non ti farà certo rimpiangere un arbalete tradizionale da 115.
In merito agli allestimenti si aprono scenari “strani”: uno stesso fucile, con allestimenti simili, può trasformarsi da un cannone a un “catenaccio” inservibile. I migliori sono generalmente quelli suggeriti dai produttori. Se vogliamo trovare un neo a questa tipologia di armi, va detto che ogni cambio gomme ti costerà quasi come quello dell’auto!
Ultima categoria di fucili per la caccia grossa (di cui non ti parlerò) è quella degli arbalete che comprendono bozzelli mobili: questi funzionano con il principio della taglia o del paranco. Ti ho accennato a questi modelli per dovere di cronaca, ma credo che non siano l’oggetto giusto per cominciare la tua avventura: si tratta di strumenti complessi e veramente estremi, che però, nella mani giuste, permettono di mettere a segno quelle catture impossibili che ogni tanto vediamo su YouTube. In bocca al lupo!
Buongiorno a tutti. Pratico una pesca molto particolare. Scendo a segnale e sparo si e no 4 colpi a uscita. Premo il grilletto solo al cospetto di una preda importante, spesso al limite della visibilità e in rapido movimento. Difficilmente, nelle mie zone, l’acqua è limpida e quindi utilizzo abitualmente un 90 con 3 gomme da 16, che monta un’asta da 7. Sono soddisfatto, ma in alcuni casi mi è mancato qualcosa in termini di potenza e di brandeggio. Cosa mi suggerireste? [Ivan 77]
Ciao Ivan, noto dalla tua mail che hai già selezionato quella che, molto probabilmente, è l’arma ideale per il tuo stile di pesca. Un fucile piuttosto rustico, versatile, capace di attraversare anche bersagli importanti e di lunghezza commisurata alla visibilità tipica delle tue zone. Ti suggerirei, poi, di affilare con cura la cuspide dell’asta, se non fosse che anche questo parametro è funzionale alle zone che frequenti e alla possibilità che la freccia vada a sbattere contro rocce o massicciate artificiali.
Se, invece, vuoi esplorare nuove tipologie di fucili per ottenere miglioramenti di qualche natura devi andare su prodotti spinti. In pratica, potrai scegliere tra modelli pneumatici sotto vuoto oppure su roller di alta gamma. Sicuramente i pneumatici ti potrebbero permettere di acquistare una misura “maxi” (un 115 o anche un 120), pur limitando l’ingombro in configurazione di pesca a una misura paragonabile, se non addirittura inferiore, a quella del tuo 90 a elastico. Considerato che monti probabilmente un’asta lunga 130 centimetri ( mi hai detto che è da 7) puoi contare su una massa considerevole.
Su un fucile ad aria potresti scegliere una freccia da 7.5 o, addirittura, da 8. Non so quanto questo parametro sia realmente importante, visto che tutti i miei amici che usano armi ad aria riescono generalmente a mettere in sagola prede di dimensioni considerevoli utilizzando la 7 mm. Quello che può essere utile è la cura dei particolari: dovrai scegliere uno scorrisagola idrodinamico e preferire un terminale in monofilo, grazie ai quali ridurrai le resistenze idrodinamiche.
Ci sono poi i roller. In tal caso la scelta deve cadere sugli inverter o sui modelli con il bozzello mobile, visto che dovranno competere con il tuo arbalete a 3 gomme, che ha sicuramente una potenza e una gittata formidabili. Ho escluso i roller classici perché, ormai, online si trovano tantissime comparazioni di tiro che dimostrano che una singola gomma, rinviata sotto al fusto, ha prestazioni sostanzialmente equivalenti a quelle di un arbalete tradizionale a doppia gomma: a te serve qualcosa in più, evidentemente.
Gli inverter sono quei modelli in cui è presente una seconda coppia di carrucole in prossimità del mulinello in modo che l’estremità degli elastici possa essere rinviata nuovamente sopra al fusto: vantano quindi una maggiore quantità di elastico e ciò permette di accentuare ulteriormente la caratteristica peculiare di questa tipologia di fucili, cioè il pre-caricamento. Negli arbalete tradizionali, le gomme a riposo hanno una lunghezza corrispondente a circa 1/4 del fusto: ciò significa che, bene che vada, spingeranno l’asta fino a che non avranno raggiunto la loro configurazione di riposo, cioè per circa i 3/4 della lunghezza del fusto. In realtà, la spinta diventa inefficace molto prima perché, mano a mano che si contraggono, si verifica una riduzione della forza esercitata sull’asta. Nella maggior parte dei casi, quindi, l’asta riceve una spinta efficace fino all’incirca alla metà del fusto (ovviamente si tratta di una stima “spannometrica”).
Con un rollergun, invece, è possibile montare gomme di una lunghezza tale per cui la configurazione di riposo si verifica quando l’ogiva è ferma in testata (disponendo di conseguenza di una spinta per buona parte dell’intera lunghezza del fusto) oppure sfruttare una configurazione precaricata (quando l’ogiva è ferma in testata le gomme sono ancora parzialmente allungate). Questo garantisce che il dardo venga spinto per quasi tutta la sua corsa sulla sommità del fusto, il che equivale a maggior potenza e velocità.
Per equiparare (o superare) la potenza del tuo arbalete a tripla gomma sarà necessario scegliere un doppio roller (in cui ci sono due coppie di gomme rinviate dagli elastici in testata) oppure un roller inverter. Un cannone che ti permetterà tiri molto efficaci e che sopporterà aste molto pesanti (anche da 8). Dovrai però mettere in conto operazioni di caricamento piuttosto articolate, che richiederanno tempo e andranno eseguite con metodo per garantire che nel fatidico momento in cui scoccherai il tiro, tutto sia nelle condizioni ideali.
Ti ho accennato in precedenza ai fucili con i bozzelli mobili: puoi trovare diversi video e fotografie online di questi digitando come parole chiave “roller vela” o “roller paranco”. Il principio di funzionamento è quello della taglia (o paranco), grazie al quale un bozzello mobile è in grado di muoversi a una velocità pari alla metà di quella della fune che scorre nella sua puleggia, vincendo una forza resistente doppia rispetto a quella esercitata sulla fune che scorre nella puleggia stessa. Per coniugare questo principio con la necessità di incrementare le prestazioni, si deve pensare che la nostra necessità è quella di massimizzare la velocità dell’asta: quindi dovremo collegare l’ogiva alla sagola che scorre nella puleggia del bozzello mobile e gli elastici al bozzello stesso (costituiranno il carico esercitato su questo). La freccia verrà spinta a una velocità doppia rispetto a quella con la quale si contrarranno gli elastici. Per garantire, però, una contrazione rapida ed efficace degli elastici sarà possibile ricorrere a un caricamento frazionato: porteremo l’ogiva sul perno arretrato mentre solo una parte degli elastici è vincolata al proprio riferimento (e altri, invece, sono liberi al bando), vincendo così la reazione elastica solamente di questi; successivamente, sarà possibile ruotare il fusto e impegnare nel rispettivo riferimento anche le gomme che prima erano al bando. Al momento del tiro vedremo probabilmente l’ogiva cavitare e l’asta verrà scagliata ad altissima velocità.
Questa tipologia di fucili è interessantissima, ma presenta tante insidie in termini di allestimento e configurazione: infatti, le sagole che trasmettono il moto dal bozzello all’ogiva dovranno essere estremamente resistenti a trazione e usura, le gomme dovranno essere calibrate con precisione per assicurarsi una velocità e una gittata micidiali senza produrre danni alla struttura del fucile (l’ogiva a fine corsa si bloccherà sulla testata, sollecitandone i componenti). Insomma, un vero lanciamissili pronto all’uso e dal costo importante.
Negli anni a venire dovrai poi valutare se occuparti personalmente della manutenzione (particolarmente complessa a causa degli equilibri da rispettare e a causa dei numerosi parametri di cui tenere conto) oppure affidarti a professionisti, che potrai facilmente trovare consultando Google.
Ciao. Tutti i miei amici pescano con fucili ad aria strapompati o con rollergun. Io vorrei usare fucili con una mira intuitiva (escludo quindi i pneumatici, che trovo innaturali) e di semplice e immediato caricamento. Tenete però presente che frequento acque in cui è tassativo avere una buona gittata e una buona penetrazione a fine corsa, visto che le prede sono estremamente diffidenti e non si avvicinano mai più di tanto. Esiste un fucile che faccia al caso mio? [Oscar]
Oscar, mi sembra di rispondere a me stesso! Come te ho serissimi problemi di mira con i fucili pneumatici e amo l’essenzialità degli arbalete monogomma. Ovviamente, non puoi pensare di ottenere da una singola gomma le stesse prestazioni di un roller ben allestito o di un pneumatico sotto vuoto, ma puoi adottare accorgimenti per minimizzare, per quanto possibile, il gap.
In primo luogo bisogna parlare del motore: se vuoi correre assieme alle auto di Formula 1 non puoi certo scegliere un propulsore qualsiasi. Dovrai montare gomme al limite, nel senso che, andando oltre, il tuo fisico non riesce a caricarle: scelta che ti imporrà fattori di allungamento estremi (dell’ordine del 400 per cento) e quindi dovrai necessariamente montare gomme di diametro generoso (ad esempio da 20 millimetri), che soffriranno meno del fenomeno dello snervamento e dell’isteresi meccanica.
La disposizione di tali gomme dovrà essere ottimale per evitare dispersione di energia a causa della resistenza idrodinamica che insorge quando si contraggono: sarebbe allora meglio scegliere ogive con gli archetti rigidi, preferibilmente larghi quanto gli agganci delle gomme in testata (o larghi quanto la testata stessa nel caso in cui il fucile utilizzi un circolare che attraversa la testata lungo un foro passante trasversale).
Per l’impiombatura dovrai prediligere il monofilo di nylon perché offre il minimo attrito (caratteristica che, invece, non garantiscono i vari trecciati ad alta resistenza). Io utilizzo gli sleeve per vincolare il monofilo all’asta e ritengo che, adottando le opportune accortezze in fase di serraggio sia possibile ottenere un insieme molto idrodinamico e compatto (oltre che stabile). Vanno bene anche i nodi, ma per renderli piccoli, specie quelli destinati a resistere a carichi elevati, occorre una buona perizia e una spiccata manualità.
Passando all’asta, opterei per le tacche o i perni ribassati, così da essere certi che non ci sia alcun elemento troppo sporgente a frenarne l’azione. E visto che vai a caccia di prede importanti, ti consiglio la doppia aletta: la tenuta è ineguagliabile!
Un elemento su cui dovrai lavorare maniacalmente è la punta. E’ vero che per avere una buona penetrazione su bersagli lontani occorre che la freccia sia particolarmente veloce, ma è anche vero che, a parità di velocità, l’asta con la punta più acuminata attraverserà meglio il bersaglio. Potrai scegliere la tipologia che preferisci, l’importante è che sia sempre affilatissima.
Per quanto mi riguarda trovo fantastiche le punte ideate dall’amico Emanuele Zara: in pratica, parte da una tricuspide e poi, su ogni faccia della cuspide, realizza un incavo cilindrico (ad esempio utilizzando una lima a coda di topo). Il risultato sarà una punta centrale, acuminata, delimitata tra 3 lame radiali disposte a 120 gradi l’una rispetto all’altra. Una punta di questo tipo, quando è bene affilata, è davvero micidiale e dà molte garanzie in più in termini di penetrazione a fine corsa.
In merito ti posso dire che tempo addietro partecipai alla bonifica dal siluro di un laghetto per la pesca sportiva. Eravamo in parecchi e tutti, tranne me, usavano pneumatici di lunghezza compresa tra 70 e 90 centimetri, tenuti a pressioni di precarica estreme. Io avevo un 60 a elastici, sul quale avevo curato maniacalmente tutti i particolari. E non ho avuto alcun problema: il più delle volte riuscivo a mettere il pescione in sagola e, nei pochi casi in cui l’asta si fermava nella testa, le alette fuoriuscivano sempre, garantendo una tenuta ottimale.
Quindi, abbi fiducia nel tuo monogomma e preparalo a dovere!
Buon mare! Vi contatto per chiedere un suggerimento. In questi giorni di reclusione forzata ho montato una testata roller sul mio 110 e ora sto pensando all’allestimento più opportuno. Mi date qualche consiglio? Giusto per poter fantasticare un po’ su una futura gita su una secca al largo… [Michele]
Darti un consiglio è difficile. I rollergun richiedono un’attenzione quasi maniacale nella scelta degli elastici e nel loro dimensionamento, perché i fattori che influiscono sulle performance sono tantissimi e sbagliare qualcosa è facilissimo. Se fossi in te inizierei a documentarmi sui siti dei produttori per capire quali sono gli allestimenti standard previsti per la tua arma, magari confrontando quanto proposto da ciascuno. In alternativa, butta un occhio ai forum tematici o ai social per tentare una sorta di censimento degli allestimenti più in voga. A questo punto sceglierei una soluzione intermedia (magari tagliando le gomme un briciolo più lunghe della misura ideale, così da permetterti un po’ di aggiustamenti) e farei delle prove.
Credo che sia imprescindibile dedicare del tempo a test di tiro su un bersaglio per capire se l’allestimento scelto ti soddisfi. Così facendo potrai anche intervenire tagliando le gomme per accorciarle leggermente se ti dovessi accorgere che le prestazioni sono inferiori alle attese.
Come vedi, ho evitato di indicarti le misure a cui tagliare le gomme e i diametri delle stesse proprio perché tali scelte sono strettamente e indissolubilmente legate a parametri tipici del fucile e, di conseguenza, non potrai fare altro che partire da soluzioni note (già adottate da altri) per trovare quella più adatta per te.