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ITINERARI A NORD DI CIVITAVECCHIA: LE SALINE, MARINA VELCA E TARQUINIA

Vi proponiamo un estratto d’articolo, che sarà più esteso e completo, del nostro Gherardo Zei. L’articolo completo lo troverete sul nostro numero di Agosto 2022, prossimamente in edicola.

È l’eterno problema estivo del pescatore. Come fare a conciliare la vacanza familiare in spiaggia con la nostra passione. Negli ultimi anni, sono cresciuti in modo esponenziale due ostacoli, che si rivelano quasi sempre insormontabili. Il primo è quello costituito dalle Ordinanze balneari, che vietano di immergersi ameno di 500 metri dalla spiaggia frequentata da bagnanti e il secondo è quello determinato dal terribile traffico di diportisti “cafonauti”. Insomma, un problema apparentemente insormontabile. Ma non è così dappertutto e oggi vi offro una valida alternativa.

― A NORD DI CIVITAVECCHIA: La costa di Civitavecchia termina verso nord con i cinquechilometri di pineta (e di splendido grotto sott’acqua) del litorale di San Agostino (chiamato più comunemente “La Frasca”). Continuando verso nord, superata la zona chiamata delle “villette”, ci si trova dinanzi alla foce del fiume Mignone, in corrispondenza della spiaggia di Sant’Agostino.
Una zona sorprendente e misteriosa che ricorda certe aree della Calabria, dove le spiagge lunghissime sembrano,ancora oggi, selvagge e deserte. Una cosa sorprendente, sconosciuta ai più. Parliamo di quasi settanta chilometri dilitorale che si estende nei territori di Tarquinia, Montalto di Castro e Capalbio.A parte il promontorio di Punta Quaglia, questo litorale,che appartiene ai comuni di Tarquinia e Montalto di Castro, caratterizzato da una lunghissima striscia sabbiosa che cede ilpasso a un grotto bellissimo e a tratti imponente e ciclopico,che si estende verso il largo anche fino a parecchie miglia, mantenendo profondità inferiori ai venti metri.

― COME SI PESCA TRA TARQUINIA E MONTALTO: Ricerca in tana e aspetto sono le tecniche da preferire. Anche l’agguato paga nelle giornate di acqua più limpida. Per la tana c’è da sapere che il pesce è molto mobile e quindi, spesso, si sposta lungo le grandi estensioni di grotto.

― SAN GIORGIO/PUNTA DELLE QUAGLIE: Una serie di piccole baie sabbiose protette da brevi barriere frangiflutti interrompono la monotonia della costa.La località si raggiunge proseguendo (dopo Sant’Agostino) sulla strada litoranea diretta a Tarquinia. Nelle mezze stagioni anche la zona delle barriere frangiflutti può consentire di insidiare all’aspetto saraghi e cefali in due o tre metri d’acqua. Pinneggiando verso fuori, all’inizio c’è tanta posidonia e qualche sassetto di grotto. In questa prima zona esterna,la mattina presto si riescono a insidiare orate e anche qualche spigola. Mano a mano che si esce il grotto diventa sempre più imponente con panettoni spaccati alti sette od ottometri. Qui si possono insidiare corvine in tana e denticiall’aspetto. Ancora più in fuori, il grotto ritorna più basso e uniforme, ma resta sempre parecchio spaccato e vi si possono trovare molte corvine, saraghi e tordi che circolanotra le rocce. Qualche cerniotta può costituire la bellasorpresa.

 

― LE SALINE DI TARQUINIA: Alle Saline il fondale è grossomodo simile a San Giorgio, ma con molta più sabbia, alla fine della quale si sviluppano interessanti pianori di grotto fino ai dodici metri di profondità. È la tipica zona da battere all’aspetto per i dentici e le orate. Più in fuori, sui quindici, diciotto metri ci sono zone di grotto più alto e spaccato ben frequentate dalle corvine. Se non fosse che, purtroppo, negli ultimi anni sono crollati gli stock ittici ci sarebbe da chiedersi se questo è il vero paradiso per le vacanze.

 

― MARINA VELCA – PIAN DE SPILLE: A Pian de Spille c’è il poligono di tiro militare e quindi sipuò pescare essenzialmente solo il sabato e la domenica, quando anche la presenza dei bagnanti è tollerata. Uscendo fuori a pinne, dopo un breve tratto di sabbia, si incontra il grotto alto e spaccato, formato da panettoni e alternato a sabbia e posidonia.
Andando ancora oltre, il terreno, dopo una fascia di fango, rialza ancora con una secca che arriva a cinque metri dalla superficie.Tutta la zona è pescabile, ma serve esperienza per trovareil buco giusto e per prendere bei corvi, saraghi e qualche orata in tana.


― MONTALTO DI CASTRO: È facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni per il ristorante Il Mago delle Murelle. Si scende in acqua proprio lì davanti ed è esattamente qualche centinaio di metri davanti che si trova la famosa secca che arriva quasi in superficie (molto pericolosa per la navigazione).La secca, nota per la presenza di orate, cefaloni da record e spigole, è un posto estremamente noto e battutissimo e, quindi, non è tanto facile ormai farci qualche bella cattura.

― DIVIETI E TRAFFICO NAUTICO: L’unica zona vietata è quella del Poligono di Pian de Spille, ma il sabato e la domenica la pesca è tollerata e anche i bagnanti occupano la spiaggia con sdraio e ombrelloni.In inverno e nelle mezze stagioni il traffico nautico è praticamente inesistente. Soltanto in piena estate c’è un po’ dimovimento, ma niente di più.
Specialmente a Pian de Spille il mare è un deserto. Mentre a Montalto c’è il fiume Fiora che viene usato come porto e quindi il traffico nautico è un po’ più intenso. Come dicevo, le profondità sono limitate ed è il litorale ideale per lasciare la famiglia in spiaggia e farsi un tuffo in tranquillità.

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