Itinerari
Toscana: da Castiglioncello a Quercianella
di Gherardo Zei
Sui catini a due passi da Livorno
Si tratta di depressioni del fondale, spesso nascoste dalla posidonia, frequentate da branchi di saraghi che fanno dentro e fuori dai tagli nel grotto. Al libero, invece, si possono prendere muggini e spigole. Al largo di Vada si aprono le omonime secche, che sono molto frequentate ma sempre in grado di regalare belle sorprese
La zona in pillole
Periodo migliore. E’ quello estivo, quando l’acqua è più calda. Il pesce si prende anche in inverno ma i mesi consigliati sono quelli da giugno a ottobre. Mentre a marzo e ad aprile c’è da soffrire e il pesce scarseggia.
Venti e correnti. Non si può pescare con la libecciata forte e con il maestrale, specialmente a Vada, dove c’è la sabbia. I venti migliori sono il maestrale leggero, che increspa poco il mare e anche il libeccio, ma solo se non è troppo forte. Quando è sereno, con poco maestrale e acqua calda si fanno le pescate migliori.
Visibilità. E’ mediamente abbastanza buona, diciamo intorno ai sette od otto metri. Nella zona di Vada è più facile che l’acqua si intorbidisca a causa della sabbia e del fango presenti
Prede. A terra gira soprattutto il pesce bianco: muggini, spigole, saraghi, orate. Più fuori, cerniotte e corvine. Nelle stagioni giuste può anche capitare il grosso pelagico. Sempre presenti: gronghi, murene, salpe e polpi.
Profondità. A terra si insidia il pesce bianco tra la superficie e i cinque metri. Al largo, sui quindici, venti metri si possono insidiare corvine e cerniotte.
Da dove partire. Da terra sono tanti i punti per entrare in acqua; basta percorrere le scalinate e gli stradelli. Con il gommone bisogna usare gli scivoli: quello del porticciolo di Quercianella, oppure quelli di Vada. Il primo si trova nella piazza con il monumento dell’ancora, il secondo a Caletta di Castiglioncello.
Divieti. A parte le ordinanze balneari e la distanza di rispetto dal pontile della Solvay, non ci sono altri limitazioni.