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Le nostre prove – CarbonioGFT: pinne Nano 3D

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di Alessandro Martorana

CarbonioGFT

Le pinne Nano 3D

Come avere 2 molle ai piedi!

Un prodotto davvero interessante, unico nel suo genere. Una pala in composito ottenuta sfruttando le nanotecnologie, il cui “cuore” è rappresentato da un doppio cucchiaio capace di fornire una reattività eccellente. Sono nate per i tuffi profondi ma se la cavano anche in poco fondo. Si montano su quasi tute le scarpette in commercio

Sono passati circa due anni da quando la carbonioGFT ebbe la bontà di affidarmi un paio di pinne Force da testare. Chi ha letto quell’articolo ricorderà sicuramente quanto rimasi colpito da quel modello molto particolari. Colpito al punto che non ho mai smesso di utilizzarle in ogni condizione. Nella fredda risacca invernale, nel razzolo e nell’agguato “full time” a media profondità e nell’aspetto nel limpido mare estivo, quelle Force sono sempre ai miei piedi e non mai sentito né la necessità né la voglia di sostituirle.

E proprio per questo Tony Canario, il titolare dell’azienda, era titubante quando la rivista decise di affidarmi la prova di un altro modello dell’azienda brindisina: le Nano 3D. Titubante non perché non fosse sicuro del prodotto, tutt’altro. Il motivo era un altro: sapeva che ero così innamorato delle Force che forse non sarei stato in grado di valutare lucidamente la funzionalità di questo nuovo prodotto. Ma andiamo con ordine.

Come le Force, le Nano 3D utilizzano la nanotecnologia per la realizzazione delle pale in composito di carbonio. CarbonioGFT, infatti, ha iniziato da qualche tempo una collaborazione con Nano-Tech SpA, una ditta italiana (produttrice anche di parti strutturali aeronautiche) che mira a incrementare le prestazioni dei materiali compositi tradizionali. All’interno di questa collaborazione, Nano-Tech fornisce nuovi materiali e il know-how necessario per il loro miglior utilizzo.

La prima cosa da evidenziare è che Force e Nano 3D hanno un “funzionamento” profondamente diverso tra loro. La Force è una pala in cui lo spessore è costante per tutta la sua lunghezza ed è costruita per generare una “doppia onda” di spinta progressiva, utilizzando l’intera sua superficie in maniera omogenea. Non a caso le particolari profilature della pala ottenute nello stampaggio sono volte proprio a ottenere quest’effetto di spinta progressiva.

La Nano 3D, invece, ha uno spessore variabile, minore sulla punta e maggiore in corrispondenza dell’inserzione sulla scarpetta, ed è caratterizzata da un’azione di spinta decisamente reattiva (e non sapete quanto…). Inoltre, all’interno della pala (sempre realizzata con l’ausilio della moderna tecnologia delle nanoparticelle disciolte nel carbonio) è stata ottenuta, in fase di stampaggio, una profilatura a “doppio cucchiaio” in grado di donare alla pinneggiata una resa davvero entusiasmante; sia nella fase della falcata che della ”defalcata“.

In particolare, negli ultimi 20 centimetri verso la punta, il doppio cucchiaio innerva la pala come una molla e, fin dai primi colpi di pinna, innesca una sorta di “turbospinta”.

A questo proposito, considerate che in CarbonioGFT sono stati svolti profondi studi sulle nuove solette in carbonio che equipaggiano le scarpe di tantissimi atleti di salto in alto e di running. Solette che sono in grado di dare all’utilizzatore, se ben impiegate, una particolare spinta in avanti proprio nella zona della punta. Un po’ come gli stivaletti di Paperinik che contenevano una molla proprio in punta!

Le pale sono lunghe 73 centimetri e larghe 19. Vengono realizzate in un’unica durezza (soft-medium) e sono disponibili al momento dell’ordine in due diverse angolature: 24 e 32 gradi.

La versione inviatami per il test montava le scarpette Pathos con un’angolazione di 24 gradi e, visto che la zona sotto la scarpetta si flette meno che in punta, a differenza delle Force sulle Nano 3D non sono stati tagliati i longheroni laterali in gomma.

L’intera zona angolata e la parte che si innesta sotto la scarpetta è caratterizzata da un rivestimento “rugoso” delegato a rinforzare la pala quando entriamo in acqua da terra. I water rails sono di colore nero, ma ne esistono anche di altre colorazioni.

Ora entriamo in acqua. La prima cosa che stupisce maneggiando queste pinne lunghissime e leggere, è il particolare profilo in rilievo a doppio cucchiaio; se si prova ad arcuarle nella zona della punta, si ha proprio la sensazione di una molla che si carica.

Per motivo logistici la prova è avvenuta senza l’ausilio di un’imbarcazione. Entro quindi da terra anche se il mare di luglio è davvero molto “frequentato” da barche e bagnanti. Appena immerso ho la sensazione di avere ai piedi un oggetto davvero diverso dalle Force. Ma i confronti terminano appena inizio a pinneggiare in maniera sostenuta per raggiungere una zona al largo.

L’innesco è immediato; bastano due colpi di pinna e le Nano 3D cominciano a spingere davvero forte. La falcata deve essere diversa e più “classica” rispetto a quella delle Force e, per chi “proviene” da altre pinne in carbonio, si troverà immediatamente a suo agio.

Vanno davvero bene. Il doppio cucchiaio in punta aumenta notevolmente la sensazione di spinta e il suo innesco è immediato, senza spazi morti.

Arrivo nello spot che volevo visitare: si tratta di una cigliata che cade da un fondale di circa 10 metri e arriva, al massimo, a circa 20. Ed è qui che la sensazione di potenza prende ancora più corpo. Risalire da 20 metri non evidenzia alcun “vuoto”. La pinna prende acqua fin dalla prima falcata nonostante stia usando una zavorra leggermente superiore a quella richiesta.

Si risale davvero veloci e in maniera prepotente, ma senza alcuna fatica. E il bello è che lo si fa “in punta di piedi”. A tale proposito in CarbonioGFT mi raccontano di come il grande apneista Federico Mana, tester ufficiale dell’azienda, lavorando alla versione definitiva delle Nano 3D, aveva la sensazione di andare piano in risalita da profondità ben maggiori delle mie. Salvo poi, cronometrando i tuffi, rendersi conto che, in realtà, procedeva più veloce, però senza fare fatica e con estrema scioltezza.

Per non parlare di quanto le pinne rendano nel fortunato caso della cattura di un grande pelagico. Nella fase dell’immancabile combattimento per portare la preda a galla, infatti, sono in grado di aiutarci non poco.

Mentre ragiono su queste cose. la mia pescata volge ormai al termine e mi rendo conto che mi sono allontanato parecchio da terra; ora mi toccherà sudare sette camicie per rimontare il correntone di maestrale che intanto si è alzato. E invece no!

Altra sensazione estremamente positiva: la corrente si rimonta senza fatica grazie proprio all’effetto turbo del doppio cucchiaio. Pinneggiando sempre in punta di pinne, con una falcata non esagerata, si avanza velocemente e con uno sforzo estremamente ridotto.

Adesso sorge un problema: la prossima volta mi porto le mie fedelissime Force o queste nuove macchine da corsa turbo?

Top

Resa incredibile. Si tratta di pinne con una marcia in più. Possono essere usate in ogni frangente, ma il massimo è la pesca profonda visto l’assoluta mancanza di spazi morti in risalita e la grande accelerazione con poco sforzo

Flop

La tecnologia avveniristica e i materiali d’avanguardia si pagano. Ed è giusto così.

Scheda tecnica

Pala: in carbonio con nanotecnologia

Dimensioni: 73 X 19 cm

Water rails: si

Caratteristiche: pala abbinabile a qualsiasi scarpetta, da specificare al momento dell’ordine; effetto turbo sulla punta

Ai voti!

10 Resa

Da lasciare senza parole. È impressionante la facilità con cui riportano a galla dopo un tuffo profondo

9 Disponibilità

Vengono realizzate con un’unica durezza, soft/medium; sono tuttavia opzionabili con due differenti inclinazioni e possono essere montate su gran parte delle scarpette presenti sul mercato

8 Duttilità

Sono inarrivabili nella pesca profonda ma, grazie alla loro leggerezza ed elasticità, sono utilizzabili con efficacia anche in poca acqua partendo da terra

9 Azione

A differenza delle Force, le Nano 3D hanno un’azione di spinta più elastica e nervosa in punta, tipica delle pale particolarmente reattive

9 Materiali

Carbonio di alto livello lavorato e trattato con tanto mestiere. Leggerezza incredibile. Ottimo l’incollaggio con le scarpette

9 Tecnologia

La nanotecnologia e lo stampaggio tridimensionale fanno di queste pinne un prodotto praticamente unico sul mercato

Foto e dida

Doppio cucchiaio

Un effetto turbo ottenuto grazie alla progettazione di un doppio cucchiaio tridimensionale che si rifà alla tecnologia delle solette in carbonio delle scarpe da running. Praticamente, hanno una molla interna!

Scarpette

Quelle impiegate per il test avevano le Pathos, ma ne sono opzionabili altre al momento dell’ordine. Vengono incollate con particolari colle elastiche.

Leggerezza

Praticamente due piume, un risultato ottenuto grazie alla nanotecnologia; ciò consente lunghe nuotate con poca fatica.

Inclinazione

Le Nano 3D sono acquistabili con due differenti inclinazioni pala/scarpetta: 24 e 32 gradi. Nel punto di innesto la zona della pala è stata resinata con una finitura godronata per garantire un’ulteriore protezione.

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