Test e Presentazioni
Le nostre prove Salvimar: PredaThor Vuoto 100
Una testata tutta nuova
In passato avevamo già testato quest’arma, che ci aveva colpito per le prestazioni “mostruose” e per il costo davvero interessante. Caratteristiche rimaste invariate nella versione 2020, che però può montare anche frecce con il codolo maggiorato, come quelle da 7.5 o da 8 millimetri
di Emanuele Zara
Il test in mare ha confermato la validità del PredaThor Vuoto 100 (che avevamo già provato nella precedente versione). Il merito è da ascrivere al suo variatore di potenza, con un rapporto di riduzione altissimo, secondo me il migliore sul mercato. Con la massima, l’asta da 7 schizza velocemente e colpisce il bersaglio a ben 5 metri dalla testata; in minima, si può sparare tranquillamente in tana, anche a distanza ravvicinata, senza timore di spuntare o danneggiare la cuspide.
Infine il prezzo: meno di 200 euro, che sono davvero pochi.
Per rendere operativo il mio PredaThor ho dovuto montarci il mulinello. L’elsa mostra, sulla porzione anteriore, una specie di slitta a binario; va inserito su questo innesto tramite un braccetto in inox apposito. La soluzione è pulita ed elegante. Da parte avevo un rocchetto di sagola Acidyne da 1.5 mm e l’ho avvolto sulla bobina. Osservando il Vertical Reel 50 non ho notato un braccetto passafilo, un sistema anti grovigli: pertanto vi consiglio di non riempire a filo il rocchetto poiché la frizione dosa bene l’uscita del filo ma non si ha la sicurezza che, durante una fase concitata di combattimento con una grossa preda, una voluta possa fuoriuscire di lato e aggrovigliare tutto.
In ultimo preparo tre passate di monofilo di nylon da 1.5 mm. Con i due sleeve a canna di fucile e la pinza apposita li serro.
Entro in acqua. Per effettuare la carica introduco il codolo nella testata e verifico che la guarnizione Vuoto si sia conformata e il pistone abbia fatto presa. A questo punto metto il calcio sul collo del piede e, aiutandomi con il carichino, spingo con forza l’asta. Lo sforzo è discreto, ma con 18 bar l’azione è fattibile per tutti, anche se l’ultimo tratto di spinta è duretto. Le tre passate di nylon stanno ordinate a lato e l’ingombro fuori tutto non è eccessivo.
Provo l’assetto: è discreto, il fucile resta quasi in orizzontale e così scende verso il fondo. Non c’è molta negatività e infatti la sua gestione non è per nulla impegnativa. La presa è buona, con i guanti invernali percepisco il grilletto a misura.
Allungo piano piano il braccio, la linea di mira è libera, senza riferimenti, ma appena “copro” la volata sul bersaglio, premo il grilletto. Succedono tre cose, quasi contemporaneamente: sento l’impatto sordo del pistone sulla boccola di ammortizzo; l’arma trasmette un leggerissimo rinculo; il pesce sbatte come un ossesso con il nylon che gli fuoriesce dal fianco.
Una prestazione mostruosa. La tahitiana da 7 è schizzata veloce e il cefalo, di oltre un chilo, è stato passato da parte a parte a oltre tre metri dalla volata; una potenza addirittura esuberante visto che il dardo ha proseguito la sua corsa ben oltre il bersaglio! E con 18 atmosfere di precarica!
Per curiosità provo un paio di tiri su un bersaglio fisso: confermo che il PredaThor Vuoto 100 ha una gittata utile sui cinque metri circa. Inserendo la minima, invece, cambia tutto, l’asta esce piano ed è perfetto per sparare in tana sulla corta distanza.
In conclusione, la versatilità di questo fucile è eccezionale e non ha uguali sul mercato.
Meccanica e impugnatura
L’impugnatura viene stampata in nylon con un’alta percentuale di microsfere di vetro, circa il 30 per cento, che conferiscono una durezza del materiale elevatissima. La linea geometrica del calciolo permette una presa abbastanza alta, poco sotto la linea della canna. Non sono presenti evidenti preformazioni anatomiche, non si è obbligati a tenere il polso in posizione costretta e ciò consente di sparare liberamente, con il braccio teso o flesso. A lato del castello noto una serie di scalettature che ricordano le scaglie di un pesce. La valvola posteriore è coperta da un tappo in termogomma verde inserito a pressione. La meccanica interna è costituita da un dente di aggancio a leva lunga, con il pernino di connessione da 2 mm, guidato da una boccola in ottone. Il grilletto in plastica si trova a una distanza di interasse corretta, circa 60 mm; non c’è la vite di regolazione della corsa, ma va comunque bene così. L’elsa è fine di spessore ma ha la base larga. E’ molto robusta tanto che nella porzione anteriore mostra una speciale slitta a binario che si usa per fissarci il mulinello. Lo sganciasagole a stella, a 4 punte, posto nella fenditura a sinistra dell’impugnatura, lavora con la parte alta del grilletto. L’unghia trattiene stabilmente tre giri di nylon e torna automaticamente in posizione dopo lo sparo. La sicura è di tipo trasversale: si aziona a pressione. Con il cursore a sinistra il PredaThor è libero di sparare; a destra, invece, il grilletto è bloccato.
Il comando del regolatore di potenza sfrutta un pomello montato su un’asta in inox: posizionato verso il basso siamo in massima, con la leva arretrata e orientata verso l’alto, si inserisce la minima.
Un classico super collaudato
Il serbatoio è un cilindro in lega di alluminio con anodizzazione in elettrocolore nero opaco: misura 40 mm esterni e 38 interni e ha una lunghezza totale di825 mm. I loghi sono ben visibili, nel tipico acid green by Salvimar.
La canna e il pistone
La canna è da 13 mm di diametro interno e 18 esterno ed è in lega di alluminio. La Salvimar ne verifica la calibratura interna e poi la sottopone al processo di anodizzazione. Il pistone è in resina acetalica, lubrificato con un particolare olio extra fluido, a basso indice di viscosità. La tenuta stagna è garantita da un O-ring toroidale, posteriormente c’è una guarnizione a tazza raschia olio.
Un regolatore di potenza al top
E’ quanto di meglio si possa trovare in circolazione. Si aziona direttamente in acqua e permette di passare da minima a massima, e viceversa, senza rumore e attualmente è quello che garantisce il differenziale più elevato tra massima e minima. Il segreto? Nerito di un progetto particolare, diverso da tutti gli altri. Le luci di travaso del blocchetto di regolazione sono ampie, di sezione ellissoidale, per permettere un maggiore passaggio di aria e una migliore dinamica dei flussi di scambio. Questo sistema non monta quindi i classici O-ring che, a pressioni elevate, possono danneggiarsi, al loro posto viene utilizzata una speciale guarnizione elastomerica in battuta, piatta, che una volta pressata sulle ampie sedi di travaso assicura un perfetto sigillo all’aria e mantiene una dolcezza di funzionamento elevata e costante nel tempo.
Qualche cenno all’ogiva
Ha una forma tronco conica ed è piuttosto elaborata, un pezzo stampato in Salvimar con grande maestria. Come per il calcio, si è impiegato il nylon caricato vetro al 30 per cento. Sui laterali ci sono le lamelle che ricordano le scaglie dei pesci, poi si evidenziano due passafili ad ala, che servono anche come sostegno per le passate di sagola. Sulla parte superiore, una tacca di mira a binario, scanalata.
Una testata tutta nuova
Il Predathor Vuoto 2020 monta una nuova testata stagna modificata rispetto alla precedente. Per la precisione, è stato ridisegnato il terminale in lega di alluminio anticorodal. La sagoma è sempre a profilo troncoconico e si avvita alla base contenente la guarnizione stagna, ma la camera interna ha un diametro maggiore. In Salvimar mi è stato spiegato che l’incremento dello spazio interno permette l’impiego di aste con il codolo maggiorato come, ad esempio, quello montato sulle tahitiane da 7.5 o da 8 mm. Al momento del tiro, della fuoriuscita del dardo, la Vuoto si dilata e al passaggio del codolo non tocca le pareti interne del terminale. Ricordo che oltre all’asta da 7 montata di serie, si possono usare tahitiane da 6.5, da 6.75, da 7.25, da 7.5 e da 8 mm. Una precauzione: il PredaThor va caricato sempre in acqua per permettere alla gomma di auto lubrificarsi e non rovinarsi.