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Un fucile versatile e al top, che è stato ulteriormente migliorato con l’introduzione della nuova impugnatura D’Angelo II 2023.
Non è semplice riuscire a migliorare un prodotto già di per sé ottimo. Eppure in Pathos ci sono riusciti con il Saragos Evo pro. Eccone le caratteristiche principali.
Nuova impugnatura D’Angelo 2 con grip universale, meccanismo di sgancio inox con sganciasagola laterale, profilo ribassato. Fusto in alluminio con guida asta Open Track, asta Sandivik da 6,25 millimetri tricuspide con pinnette medie, doppio elastico Tnt da 14 che corre parallelo al fusto grazie alla testata a 2 fori, ogive in dynema con Drill. Questa, in sintesi, la “carta d’identità” di questo arbalete versatile.
L’aspetto più importante della nuova versione riguarda l’impugnatura, la D’Angelo II 2023, che prendendo spunto dalla versione realizzata nel 2019 ha fatto fare a quest’arma un ulteriore balzo in avanti.
Le differenze rispetto al modello precedente sono diverse. Il supporto sternale ora è più lungo e più largo. Più lungo per facilitare il caricamento degli elastici sull’ultima pinnetta arretrata e più largo per rendere il fucile stabile sullo sterno e scongiurare il rischio che la parte in gomma si stacchi dal corpo dell’impugnatura.
La geometria è stata modificata e migliorata per far si che la mano ‘’entri” nell’impugnatura creando una presa più salda e assorbendo meglio il rinculo. Inoltre, abbassa ulteriormente l’asse tra il dito indice e l’asta, ottimizzando l’istintività della mira e la precisione.
E c’è dell’altro La parte dell’impugnatura dove viene inserito il grip estraibile, ha delle clip che permettono di eliminare totalmente il gioco tipico tra corpo e impugnatura; ciò rende semplicissimo cambiare impugnatura tra ergonomica e universale per ogni esigenza. E poi la nuova sicura, un bottone scorrevole che blocca il grilletto e, quindi, il sistema di sgancio. Facile da inserire, permette di capire immediatamente se il fucile è in sicura o meno.
Insomma, un lavoro importante quello realizzato dai tecnici della Pathos. Un lavoro che ha coinvolto parecchie persone, compreso il Campione del mondo e Campione italiano Giacomo De Mola. «Il cambiamento della geometria deriva dalla mia esperienza in anni di gare con questi fucili – ci ha raccontato -. Quando sei in lotta durante un Campionato non puoi permetterti di sbagliare neanche una preda, pena la perdita di tante posizioni; negli anni avevo limato le impugnature sui miei fucili personali per arrivare alla perfezione nella precisione del tiro. Questo nuovo modello rispecchia in toto le modifiche effettuate e sono fiero di poter dire che ora abbiamo un’impugnatura di serie che deriva da quelle usate durante i Campionati mondiali, Europei e Italiani».