Un itinerario pescando sempre in pochi metri d’acqua, partendo da riva a caccia di spigole, orate, serra, saraghi e anche dentici. Un grotto talvolta molto fessurato dove, nei mesi giusti, si riuniscono numerosi gli sparidi di Gherardo Zei
La zona in pillole
Tipologia di fondali. A terra grotto e sabbia, con pochissima posidonia. Il mare s’intorbidisce molto facilmente. Da diverse parti ci sono panettoni quasi affioranti di coralligeno
Vento e visibilità. Quando monta di tramontana, all’inizio dell’alzata si può andare verso nord, ma poi intorbidisce ed è preferibile scendere più a sud possibile. Al contrario di quando entra lo scirocco. Allora si deve risalire a nord, perché a sud la visibilità è pessima.
Profondità operative. «Ho scelto di pescare in acqua bassa – ci racconta Serio – da marzo del 2003. Ero in gommone da solo e, siccome non si vedeva un pesce, mi sono spostato in profondità per tentare qualche tuffo in tana. Malauguratamente, vedendo movimento di pesce sul fondo della tana, ho tirato l’apnea come se fossi alle mie solite quote, senza tenere conto di dove mi trovavo. In risalita mi sono sentito in difficoltà e ho commesso l’errore di guardare in alto. Ho avuto la netta impressione che non ce l’avrei fatta. Mi sono addirittura strappato la maschera ritrovandomi in superficie in preda a una “samba”. Mi ero salvato per pochi centesimi di secondo, con molta fortuna. Da allora pesco al massimo in sei metri di acqua».
Divieti. Da San Cataldo, sulla sinistra, c’è una zona militare che va verso Torre Veneri, dalla quale occorre stare alla larga.