Da più di 30 anni la sua Biavati Mute è un riferimento in Italia e all’estero, soprattutto tra chi cerca un su misura di qualità E’ tra le aziende top in fatto di mute su misura. I suoi capi sono infatti apprezzati in Italia come all’estero. Ma quando nasce la Biavati Mute e di chi è stata l’idea?
Ne abbiamo parlato con il deus ex machina, Enrico Biavati.
«Nasce nel 1990 perché mio padre compra, in maniera del tutto casuale, alcune macchine da cucire per il neoprene. Da lì l’idea di confezionare mute su misura. E siamo partiti» I 3 passaggi fondamentali che vi hanno fatto crescere?
«Sono stati diversi. Dovendo sceglierne tre direi che il primo avviene alla fine degli anni ’90, quando finalmente nasce il nostro sviluppo di taglia e smettiamo così di copiare gli altri; il secondo step coincide con lo sviluppo del primo sito internet e del video, su You tube, su come prendere le misure in maniera esatta; il terzo passaggio è un qualcosa a cui abbiamo sempre dato una grande importanza: ascoltare i bisogni e i desideri dei clienti e cercare di soddisfarli. Sembra banale, ma non è così. Ormai il lavoro di personalizzazione e, soprattutto, quello di riuscire a immedesimarsi in chi ci sta davanti è alla base del successo. Prima di realizzare un capo chiediamo dove uno pesca, in che periodo, con che cadenza, a quali profondità e solo dopo proponiamo ciò che, secondo noi, è più adatto a quelle determinate esigenze» Le 3 cose che sono irrinunciabili per fare un buon prodotto?
«In primis la scelta accurata delle materie prime. Poi, un lavoro artigianale che definirei maniacale e, infine, un eccellente servizio post vendita» Da 0 a 10: quanto è importante il Made in Italy?
«Assolutamente 10». Dove acquisti il neoprene?
«In Itsalia, in Corea del Sud, in Giappone e a Taiwan». E in Cina?«No, assolutamente. Sono ormai parecchi anni che non compro nulla dalla Cina» Parlaci delle difficoltà (e dei costi) di approvvigionamento in questo ultimo periodo?
«Principalmente abbiamo dovuto riparametrarci sui tempi di consegna più lunghi, a cui non eravamo abituati».
Parlaci dell’azienda: quanti siete e come è strutturata?«Io sono alla direzione del laboratorio e al taglio del su misura; Stefania, al taglio e all’incollaggio; Manolo si occupa dell’incollaggio tecnico; Tommy alla cucitura e al controllo qualità; Emilio alla direzione cucitura e responsabile acquisti e vendite del negozio; Valeria in amministrazione e nella gestione degli ordini. Siamo una bella squadra, molto affiatata»
Il modello che ti ha dato la maggior soddisfazione?
«Il pantalone ergonomico in 4 pezzi con le forme dei glutei e di polpacci. Ha avuto un successo enorme e ne abbiamo venduti davvero tanti» Quello che, invece, non è stato capito del tutto?
«L’abbiamo tolto di produzione: la muta da nuoto» Il mimetismo è sempre richiesto? Più o meno di prima?
«più di prima da chi si immerge entro i 15 metri; dopo si opacizza un po’ tutto». Oltre all’Italia, quali sono i mercati principali per la Biavati Mute?
«Sicuramente la Spagna per quanto riguarda la pesca, la Germania per le immersioni con le bombole». Pesca e apnea: chi sale e chi scende?
«Salgono entrambi. Per fortuna nostra» Come dovrà essere la muta del futuro?
«La gente vuole stare comoda, godersi la giornata in mare. Secondo me la muta del futuro dovrà essere il più confortevole possibile».