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Test e Presentazioni

Salvimar Maschera Mimic

di Emanuela Zara

Lenti dalla forma trapezoidale, costruzione frameless, volume interno ridottissimo, regolazione del cinghiolo di nuova concezione. Queste, in sintesi, le caratteristiche di un modello assai interessante, disponibile nella versione nera o verde militare

C’è una maschera di Salvimar, la Mimic. Contenuta in un box di cartone con texture a nido d’ape color acid green e nero, colpisce al primo sguardo per il look particolare: un design di proporzioni davvero contenute, due lenti trapezoidali, costruzione frameless con il telaio ridotto di profilo. Il facciale viene stampato in silicone anallergico, di colore nero o verde militare, e finitura esterna e interna opaca, non lucida, totalmente antiriflesso.

L’inclinazione sulla zona frontale, con lo spessore maggiorato per evitare di schiacciarsi sotto pressione, permette alle lenti di avvicinarsi molto agli occhi senza interferire con il movimento naturale delle ciglia. Il campo visivo della Mimic risulta eccezionalmente ampio, così come è assai ridotto il volume interno.

Il profilo del naso in 3D è ben dimensionato e sui fianchi ci sono sedi svasate per agevolare la presa manuale durante la compensazione. Il telaio in polimero caricato sotto forma di triangolino, ma quasi indistinguibile dal colore del silicone, costituisce sui laterali del facciale un punto di fissaggio delle meccaniche per il cinghiolo. Si tratta di un piccolo snodo sferico che consente di regolare l’inclinazione e la rotazione completa, quindi garantisce la comodità di gestione e la corretta posizione del cinturino. Le fibbie, di forma triangolare, permettono di micro regolare la corsa al millimetro.

Le due Mimic, quella nera e quella verde militare, sono state testate in due giornate consecutive lo scorso mese di gennaio: temperatura, 16.8 gradi, cielo parzialmente coperto con scaduta di Maestrale; completo Kryspis 101 da 5.5 millimetri, guanti Tactile e HT Weld System, snorkel Bite Air, pinne Spider, arbalete Metal 85, computer Freedive.

Premessa. Prima di andare in mare è stato necessario procedere a un accurato lavaggio preventivo poiché da nuove tendono ad appannarsi le lenti. Diciamo che non ho insistito particolarmente e dopo il procedimento che uso solitamente (sgrassamento di vetri e facciale) il problema non si è più presentato. Posizionate sul viso, la tenuta è eccellente, con gli occhi vicinissimi ai cristalli e nulla che prema, come ad esempio l’arcata sopraciliare o la radice del naso. La regolazione del cinghiolo è rapida: si premono i due tastini e si libera la corsa, si tende e dove si lascia resta in posizione; gli scatti permettono di trovare la giusta tensione.

Da sottolineare la funzionalità degli snodi sferici su cui sono vincolate le meccaniche della Mimic: bisogna applicare una certa forza per farle ruotare (anche di 360 gradi) o per portarle verso l’esterno di pochi gradi, ma questa peculiarità permette di sistemarle nella posizione inclinata più adatta alle singole esigenze.

Inizialmente, ci siamo immersi in una baietta a ridosso. Sin dal primo tuffo, la Mimic offre un’ottima impressione. La visibilità è forse la qualità migliore; lo sguardo è libero di spaziare verso il basso, sui laterali, verso l’alto. Non si percepisce distorsione. Si mantiene la testa ferma e il controllo dell’ambiente circostante è completo senza necessità di ruotare troppo la testa.

Intravvedo alcuni pesci sopra le lame di roccia lambite dalla risacca. Faccio un aspetto e noto un branco di spigolette, ma non sparo. Spero di incrociare qualche esemplare più corpulento. La Mimic mi accompagna nell’esplorazione, sono rasente il fondo, mi sposto dove frange l’onda: ho tutto sotto controllo, ampiamente.

La tenuta stagna è totale, neanche la minima infiltrazione, aderenza magnifica e senza pressione eccessiva. Trovo qualche depressione un po’ più profonda. Mi immergo e compenso senza l’impiego delle dita, liberamente.

Il mio compagno Carlo, poco distante, si sta avvicinando. Lui usa le dita e gli chiedo come si trova a compensare. Mi risponde che la Mimic ha un profilo del naso con due ampie depressioni laterali e con i guanti da 3 millimetri effettua la manovra senza problemi.

Lo osservo e noto che la versione verde militare non specchia minimamente, non riflette la luce; i bagliori che rifrangono sulla roccia chiara non vengono amplificati. La Mimic potrebbe essere una mascherina ottima per l’estate, con un volume ridottissimo da compensare, ma devo ammettere che anche d’inverno si comporta davvero bene. Forse ci sono in commercio modelli che offrono una copertura maggiore della fronte, cosa positiva quando l’acqua è fredda, in ogni caso la Mimic, oltre a risultare confortevole, regala una visione allargata e luminosa, fondamentale nella pesca in bassofondo.

La Mimic, nella versione nera, risulta poco appariscente grazie anche alla colorazione opaca, che no riflette.

La tecnica di stampaggio

Non sono molte le maschere realizzate senza il doppio labbro interno. E la Mimic segue questo concetto. Il prodotto è “Design” e “technical concept” made in Salvimar, mentre la stampa viene eseguita in Oriente. Vista di fronte, mostra una linea innovativa con le lenti di geometria irregolare, quasi trapezoidali e un telaio in polimero caricato minimalista, di basso profilo. In fase di stampa, questa struttura rigida viene sovrastampata e inglobata nel facciale in silicone.

Confort ai massimi livelli

L’impronta senza scalini, liscia distribuisce la pressione del facciale sulla cute in modo delicato. E infatti a fine giornata non si riscontrano segni di compressione sul contorno del viso. La tenuta è garantita in ogni situazione, compresa la’zione di pesca nel bassofondo, con corrente e risacca. All’’ottimo confort contribuisce anche la giusta consistenza del silicone, un buon compromesso tra compattezza e morbidezza che impedisce di premere l’arcata sopraciliare e la radice del naso.

La regolazione del cinturino

Osservando di lato la Mimic si apprezzano le fibbie ergonomiche ancorate tramite uno snodo sferico. La giunzione è davvero piccola ma al contempo assai robusta. Permettono una rotazione di 360 gradi e un movimento verso l’esterno di oltre 12mm. Basta agire contemporaneamente sui pulsanti posti sulla parte superiore e inferiore delle fibbie.

La facilità di compensazione

Il profilo nasale della Mimic è definito 3D, tridimensionale, ed è ben disegnato. Il telaio che scontorna le lenti è ridottissimo e cade di fianco nella parte superiore. Sui laterali della preformazione nasale ci sono due generose sedi che permettono di serrare le narici e attuare la classica manovra Valsalva. La presa risulta ottima con qualsiasi tipologia di guanti.

Rapporto volume/visibilità

La Salvimar non dichiara il volume interno della Mimic, giustamente. Questo perchè il facciale auto compensante lo fa variare da soggetto a soggetto, ma in ogni caso è assai ridotto. Posizionata sul volto, mostra un campo visivo allargato, esteso, sviluppato in tutte le direzioni, con una leggera predominanza laterale e inferiore. Gli occhi risultano vicinissimi ai vetri e ciò indica che poca aria residua è inglobata tra la cute e il facciale. L’effetto tunnel è quasi nullo, la luminosità ottima, le riflessioni interne inesistenti.

Il livello di mimetismo

Due le versioni: nera o verde militare. La finitura opaca del facciale offre un’ottima resa sia sotto il profilo dell’integrazione del pescatore sul fondo sia nell’assenza di riflessioni, che possono disturbare la vista. I raggi solari e la luce riflessa, anche in poca fondo, non sono un problema. In profondità, la resa della Mimic è ancora migliore. I doppi vetri temperati non possiedono forme generose e sono lievemente inclinati verso il basso: anche questo evita l’insorgere di fastidiosi riflessi.

Top

La visibilità ottima, senza distorsioni sui laterali

Il volume da compensare è ridottissimo

Flop

L’aderenza al viso deve essere verificata, non c’è il doppio bordo di tenuta sulla

Le lenti e il facciale devono essere trattati preventivamente per eliminare il rischio di appannamento

Ai voti

Ergonomia Leggera e ben progettata, la Mimic aderisce bene; va comunque provata e trovata la giusta regolazione per via del facciale a bordo unico. Interno studiato per non far toccare le ciglia sui vetri. Fibbie di regolazione rotanti 8

Livello di costruzione e finitura Telaio minimale e costampato al facciale in silicone anallergico con finitura opaca, lenti in cristallo temperato e geniale il sistema di regolazione del cinghiolo. Ottima la qualità complessiva 9

Volume interno Ridottissimo, la maschera ha le lenti vicinissime agli occhi ma è progettata per evitare il contatto con le ciglia 9.5

Qualità della visione Le due piccole lenti temperate permettono un ottimo grado di visione, senza distorsioni sui laterali. E senza effetto tunnel 9.5

Compensazione Chi usa le mani trova sicuramente comoda la sagoma del naso, ben conformata e le svasature di lato, che anche con le mani guantate permettono di serrare le narici comodamente 9

Regolazione del cinghiolo il sistema è senza dubbio valido e consente una regolazione molto precisa 9

Confort La Mimic è un modello compensante, senza il bordino interno. Sul mio viso calza in maniera perfetta, al mio compagno di immersioni un po’ meno. Anche dopo ore di pesca non lascia segni sul viso 8.5

Mimetismo Direi buono su entrambi i modelli, nero e verde militare. Da sottolineare che la Mimic è stampata in silicone con finitura antiriflesso 8.5

Rapporto qualità/prezzo Viene 45 € di listino e la si trova sui 36/38. Un prezzo corretto per il tipo di prodotto 8.5

Scheda tecnica

Facciale: in silicone anallergico a spessore differenziato.

Telaio: in tecnopolimero costampato con il facciale

Colore: nero o verde militare

Peso: circa 130 gr

Regolazione del cinghiolo: tramite fibbie applicate sul telaio rigido con un supporto sferico.

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