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STINGRAY EVO OMER 2020: LA PINNA CON IL BUCO

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La Omer tra i nuovi prodotti 2020 ha introdotto a catalogo una nuova pinna, la Stingray Evo. Ne ho ricevuto un paio qualche settimana fa e la prima impressione è stata quella di un attrezzo utile particolarmente per la pesca subacquea in questo periodo stagionale. E per un paio di motivazioni chiaramente dimostrabili. La colorazione della Stingray EVO è in predominanza un marrone tendente allo scuro, la pala EVO è tutta di questa tinta che si sposa bene con i colori subacquei che si trovano in inverno e in autunno. La scarpetta Stingray Brown segue i dettami cromatici, è stampata in termogomma di un marrone simile come gradazione, a parte qualche tocco di nero dovuto a un differente grado di durezza Shore-a dell’elastomero impiegato. La pala EVO non esageratamente prolungata come ingombri di lunghezza, rientra negli 800 mm circa, è stampata in tecnopolimero ad alto modulo elastico, mette in luce un forame longitudinale ricavato per incrementare la resa dinamica nel nuoto. In mare si è dimostrata silenziosa, non fa rumore pescando nel bassofondo, non patisce urti e non si rischia di danneggiarla anche sommozzando tra frangenti e onde che sbattono. Sotto il profilo della reattività è discreta, rende bene anche in presenta di corrente e in qualche tuffo di medio fondale. La scarpetta Stingray è conosciutissima, un must in casa Omer, da varie annate, possiede una calzata molto comoda, è proposta in diverse misure tra cui una speciale, piccola, ragazzi o per donne. La Stingray EVO è quindi un insieme scomponibile, scarpetta e pala ricambi separati, ma come la tradizione Omer ci insegna assemblato in modo sinergico e perfetto, il sistema meccanico multiplo adoperato per unire pala e scarpetta assicura l’uniformità e l’ottimizzazione sinergica durante l’azione natatoria. Le Stingray EVO Omer 2020 si trovano nei negozi specializzati, scontate, intorno ai 90€.

AI RAGGI X.

  1. La scarpetta. Le scarpette montate sulle nuove pinne Omer sono le classiche Stingray Brown, realizzate in gomma a durezze, e spessori, differenziate, di colore marrone e nero. Si tratta di ricambi conosciuti da tutti gli apneisti, da anni, equipaggia tutte le pinne Omer. Nel corso del tempo la scarpetta si è perfezionata, si è migliorata la fase di stampaggio e il prodotto ha raggiunto una maturità certa che garantisce comodità e massima affidabilità d’impiego. La calzata è confortevole, la geometria progettuale vede una pianta abbastanza larga e un ovale d’ingresso generoso, il piede si accomoda ergonomicamente all’interno. Per agevolare l’azione di indossabilità la Omer conferma una robusta linguetta sul bordo del tallone. Esaminando la Stingray Brown nel dettaglio si nota che gran parte della calzata è di consistenza morbida e cedevole, vale a dire la parte posteriore del giro caviglia e quella che ricopre e scontorna il collo del piede. Spessorata e maggiormente rigida la soletta, la porzione mediale del collo del piede, il forame ovale delle dita. Il colore marrone della termogomma lo conferma. Il nero caratterizza l’attacco dei longheroni laterali, la tasca sotto soletta per l’ingresso pala: qui il materiale elastomerico è spessorato e più rigido, struttura deputata a non disperdere energia durante la falcata. La scarpetta Stingray Brown Omer è robusta, duratura e si può acquistare come ricambio, in varie numerazioni.

  2. La giunzione scarpetta/pala. L’unione meccanica della scarpetta Stingray Brown con la pala EVO è sempre di livello eccellente, la Omer ha investito bene in questo delicato settore. La sinergia tra i due componenti permette di non perdere energia durante l’azione di spinta. Il primo sistema di vincolo è abbastanza tradizionale vale a dire la pala EVO si inserisce nella tasca sotto la suola della scarpetta, realizzata in termogomma sufficientemente rigida e tenace. Sulla coda della pala in tecnopolimero la Omer ha ideato e applicato un perno leggermente sporgente che si caletta a misura in un foro predisposto sulla soletta della scarpetta Stingray, occupandolo si vincola il terminale pala: la pala EVO inserita con questa soluzione non può scivolare e sfilarsi. Il secondo step prevede la giunzione longheroni/pala, nel dettaglio la bordatura a T della pala EVO si innesta dentro le costolature e al termine due clips laterali la fermano con aggancio a pinza. Infine, il quarto sigillo di tenuta, il definitivo, prevede due viti inox e doppia placchetta, inferiore e superiore.

  3. La pala. L’elemento che balza agli occhi osservano la pala EVO Omer è la luce di scarico che si apprezza quasi all’innesto con la scarpetta, medialmente. Un forame longitudinale a geometria ellissoidale irregolare che come lunghezza massima è circa 150 mm, nel punto più largo circa 26 mm, nel punto più stretto circa 16 mm. I tecnici della Omer mi hanno riferito che la pala EVO possiede questo scarico perché è stato analizzato che quel punto è meno attivo nelle dinamiche di spinta e quindi si è progettato un apposito ritaglio che migliora la resa di falcata e migliora la performance natatoria. Il materiale che costituisce la pala EVO Omer a spessore diffrenziato è un tecnopolimero ad alto modulo elastico, speciale, di colore marrone uniforme. Al tatto la pala è liscia e pare poco scalfibile come superficie. Mettendola sotto una fonte di luce artificiale sembra quasi contenere micro particelle vetrose, sicuramente il tecnopolimero è caricato adeguatamente poiché il ricambio è reattivo, si può flettere sino a far toccare la punta con il tallone, e non si danneggia, ritorna rapida in posizione senza emettere quasi rumore. La pala EVO possiede le dimensioni approssimative d’ingombro pari a 780 mm di lunghezza, 210 mm di larghezza massima a livello di terminale. La superficie della pala non è liscia bensì conformata con delle ondulature a rilievo, longitudinali, su entrambe le facce. La punta della pala non è tagliata con linea retta trasversale ma sagomata con una curvatura che sporge di qualche decina di millimetri verso l’esterno. Il marchio Omer è molto discreto, lo si nota solo sulla faccia superiore della pala, in leggero rilievo, e compreso tra due rettangoli che paiono goffrati come finitura superficiale.

  4. La mimetizzazione. Le nuove pinne Stingray EVO sotto il profilo mimetico posseggono una finitura cromatica brown. La scarpetta Stingray è stampata con una termogomma di colore marrone opaco, non riflette luce, e le parti nere sono limitate ai longheroni laterali a parte della soletta. La pala stampata in tecnopolimero marrone non possiede loghi di contrasto, bordature guida acqua. Anche la terminazione è opaca, a seconda della luminosità ambientale si comporta in modo differente. Un quadro mimetico generale e d’insieme sobrio, adatto a fondali scuri. In ogni caso il marrone è una tinta che nella morfologia subacquea è presente, migliore esposizione rispetto al nero.

  5. Le dimensioni. Le nuove pinne Stingray EVO della Omer posseggono una pala in tecnopolimero ad alto modulo elastico che come dimensioni d’ingombro è pari a circa 780 mm di lunghezza, e circa 210 mm di larghezza; la pinna completa nella mia misura di scarpetta possiede una misura d’ingombro di circa 905 mm. L’angolo di attacco pala/scarpetta risulta di circa 22°. Il peso di una singola pala EVO è di circa 370 grammi, la scarpetta Stingray, nella taglia 43/44, pesa circa 620 grammi; in totale la pinna Stingray EVO ha fatto registrare un peso complessivo pari a circa 990 grammi.

  6. La disponibilità delle misure. Le scarpette Stingray Omer si possono acquistare anche come ricambio a parte, sono disponibili in ben sette taglie, rispettivamente: 35/36-37/39-39/40-41/42-43/44-45/46-47/48. Si intuisce che le misure 35/36 e 37/39 si adattano a piedi piccoli quali quelli di ragazzini e ragazzine, donne. Un’ottima scelta aziendale, da ammirare, poiché soddisfa tutti quelli che desiderano scarpette serie da abbinare a pale professionali.

Prova in mare. Le nuove pinne Stingray EVO mi sono giuste imbustate singolarmente, e con dei tendiscarpe inseriti nelle calzate. Appena estratte ne ho rimirato la silhouette giocata su tonalità brown prevalenti, solo sulla scarpetta Stingray i longheroni e parte della soletta sono di colore nero. Una differenziazione frutto dell’impiego di una doppia mescola di termogomma, più rigida quella di colore nero, deputata a trasmettere la spinta alla pala, marrone la più morbida, riservata a rivestire il piede e a donare il massimo confort. Fa specie vedere il forame longitudinale sulla pala EVO, la luce di scarico acqua mi hanno spiegato in Omer è stata posta in una parte della pinna meno attiva nelle dinamiche di spinta. Il peso di ogni singola pinna rasenta i 1000 grammi, ma provate in mare ho riscontrato che galleggiano abbastanza quindi non gravano la gamba e se per caso si smarrissero durante la vestizione per un’onda improvvisa o mare torbido le si ritroverebbero di sicuro a galla. In esterno il colore marrone risponde bene sulla scogliera, in acqua sembrano leggermente cangianti, più chiare in superficie, più scure quando i raggi solari non le illuminano. Sono in riva alla spiaggia, indosso calzari da 3 mm un po usati e la scarpetta Stingray misura 43/44 calza a misura perfetta, inserisco i piedi aiutandomi semplicemente con le dita della mano. La Omer in catalogo commercializza separatamente le scarpette Stingray Brown come ricambi ed è indubbio che, volendo, si possono acquistare due paia di riserva di numerazione adatta allo spessore di calzari estivi, o invernali. Mi immergo e dai primi metri cerco di concentrarmi sulla falcata che renda al meglio. La progressione è spedita, la spinta buona c’è solo il problema che ogni tanto il tallone resta a pelo d’acqua e quando scalcio emette un po di sciabordio. Nulla di eclatante ma con un un paio di cavigliere che mi impresta l’amico Gianni la pinna sta immersa del tutto e il fenomeno curioso sparisce. Le Stingray EVO sono leggermente positive e ciò va considerato anche quando si pesca nel bassofondo e si desidera che le pale stiano a contatto del fondo in tempi rapidi. Forzando l’ampiezza della pinneggiata la pala Evo ogni tanto, flettendosi marcatamente, devia su un lato, perde precisione; diminuendo leggermente la forza impressa si migliora il fenomeno e il dérapage si controlla molto meglio. La velocità nell’allontanarmi dalla linea di battigia è comunque notevole, e il lato maggiormente godibile è il fatto che la gamba non sente affaticamento. In effetti la pala si flette abbastanza morbidamente, non è dura, la risposta elastica discreta e il risultato è buono, in generale. Provo qualche discesa in medio fondale, in verticale la resa dinamica è costante, il nuoto fluido. Allo stacco le Stingray EVO rispondono pronte, innescano abbastanza rapidamente l’azione di risalita e anche con una discreta zavorra mi portano su in piena sicurezza, trasmettono autorevolezza senza enfasi. Passa qualche ora, la battuta di pesca volge al termine, le nuove pinne della Omer si rivelano partner ottime sotto il profilo del comfort. L’aspetto estetico, il mimetismo d’insieme non si esprime al massimo nel tipo di fondale piuttosto chiaro che sto frequentando. Il mio compagno di pesca è stimolato nell’osservare la resa di integrazione cromatica una volta poggiato ma dice che solo nei coni d’ombra le pinne Stingray EVO si nascondono e si confondono bene con la morfologia di contorno. Mi sposto dentro un’insenatura, la mareggiata in scaduta ha lasciato un tappeto di posidonie morte, molte in sospensione e intrufolandomi nel bailamme ottengo un commento assai lusinghiero da Gianni che in questo frangente mi svela che a resa mimetica è eccellente. Al termine della giornata di pesca mi sfilo dai piedi le mie Stingray EVO: le guardo e scopro qualche leggero graffio, qualche abrasione sulla pala, ma nulla di preoccupante, normali segni di “lavoro”che una volta immerse in acqua scompaiono.

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