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Test e Presentazioni

TEST DELLA SETTIMANA – SALVIMAR LAMPADA GALACTIKA

TUTTA D’UN PEZZO. UNA TORCIA INTERESSANTE, CARATTERIZZATA DA UN CORPO LEGGERMENTE INCURVATO SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ E DA UN PICCOLO ANELLO METALLICO CHE COSTITUISCE IL PUNTO DI CONNESSIONE MAGNETICA PER RICARICARE LE BATTERIE. DAVVERO NOTEVOLE IL FASCIO DI LUCE, POTENTE E BEN CONCENTRATO.

Si chiama Galactika la nuova lampada di Salvimar. Un prodotto che colpisce innanzitutto per la forma tubolare compatta e leggermente incurvata del corpo (del classico colore green acid) con una sezione decrescente dalla testa alla coda. Poi c’è un secondo dettaglio che la rende particolare: un piccolo anello metallico inossidabile costituisce il punto di connessione magnetica per effettuare la ricarica della batteria: l’illuminatore è un corpo unico, non si può smontare, separare e quindi non offre punti di possibile infiltrazione d’acqua. Testata in mare, la Galactika mi ha ottimamente impressionato sotto il profilo della gestione e della luce, potentissima come intensità e come compattezza di fuoco. Monta una lampadina Led SST40, accreditata di ben 1500 Lumen. L’ampiezza del fascio di luce è di circa 11 gradi. Il tasto di accensione, a scorrimento con rialzo, ha una doppia modalità di utilizzo: spostato in avanti, accende la lampada; fatto scorrere in avanti e mantenuto in posizione per più di due secondi, si passa alla modalità di emergenza, che comporta l’accensione intermittente del Led nella parte posteriore del corpo. La Galactika ha un’autonomia di oltre 140 minuti e quando il Led di carica lampeggia significa che la batteria scende sotto il 15 per cento. La batteria interna è integrata, non rimovibile e montata sottovuoto: viene identificata come 21700 agli Ioni litio (4800 mAh-3,7 V).Ho usato la Galactika in abbinata con la muta Kryspis 101, guanti Comfort da 3 millimetri, pinne Turn Acid Green 151, arbalete Metal 85, maschera Hathor Kryspis, snorkel Ellipsis Kryspis. Ho pescato soprattutto al razzolo e in tana sul granito.Ancoriamo nei pressi di una serie di guglie che si ergono dal fondale. È un posto da saraghi e in inverno capita di sorprenderne qualcuno nei tagli orizzontali e nelle spacche alla base dei pinnacoli. Inserisco il cinturino al polso sinistro, il lacciolo tessile consente di regolarne la lunghezza, la copertura parziale del manicotto in gomma fa attrito con la muta e non scivola. Lo regolo in modo da poter afferrare l’illuminatore con una semplice rotazione del polso. La Galactika è leggermente negativa ma non accuso fatica nella gestione. Il colore acid green la rende ben individuabile nel caso dovesse sfuggirci dalle mani. In basso e medio fondo ho provato a marcare una tana e dalla superficie questo “improvvisato pedagno” mi è stato utile! Iniziamo a pescare. Scambio la Galactika con il mio compagno, facciamo a turno. Provo ad accenderla dinanzi a uno spacchetto profondo e buio. Il cursore si sente sotto il pollice anche senza guardare. Scorro in avanti l’interruttore e… la luminosità proiettata nell’antro rischiara a giorno ogni angolino. Una luce abbagliante, bianchissima. Un fascio senza il minimo alone perimetrale, davvero compatto. La Galactika è una torcetta maneggevole, con la mano copro la testa metallica, se urta fa rumore, ma è così compatta che non ci sono problemi. Ho scorto la coda di un sarago, però la spaccatura fa una rientranza e non riesco a vederlo bene per sparagli. Mentre risalgo penso alla potenza di questa piccola torcia e resto stupito. Il mio amico la vuole provare, gliela passo e resto a guardarlo dall’alto. La crepa nel granito è profonda, vedo spuntare parte del busto. Attendo un po’ e noto che fuoriesce stringendo a sè un grosso sparide. Appena riemerso, mi dice che la lampada è una bomba. «Sono riuscito a illuminare una parte dove c’era sospensione – mi spiega -, lì si erano rifugiati tre o quattro saragoni. Ho spento la luce, ho disteso l’arbalete in direzione, poi ho fatto scorrere il cursore e li ho illuminati a giorno». Terminiamo la giornata con un paio di pesci ancora. Siamo contenti della Galactika. Un unico appunto. Si scorge un filo di luce attraverso il corpo, nei pressi dell’interruttore, come se si accendesse il Led che avvisa della batteria in esaurimento. Ma non è così. Per il resto, promossa a pieni voti!

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